Rapita dalle emozioni

Finalmente la mia colazione. No! Il mio bar oggi è chiuso, chissà perché? Ecco un altro bar. Non mi piace tanto, fa niente, stamattina si cambia. Entro nel bar, mi avvicino al banco chiedendo un cornetto caldo e un cappuccino. Vicino a me c’è un signore.

Rapita dalle emozioni

Finalmente la mia colazione. No! Il mio bar oggi è chiuso, chissà perché? Ecco un altro bar. Non mi piace tanto, fa niente, stamattina si cambia. Entro nel bar, mi avvicino al banco, chiedo un cornetto caldo e un cappuccino. Vicino a me c’è un signore. Apparentemente sembra avere cinquant’anni. Arriva il cornetto, lo divoro dalla fame. Sono già sveglia dalle sei: faccende di casa, preparo i ragazzi, poi via di corsa ad accompagnarli a scuola. Faccio la mamma e la moglie modella, senza grilli per la testa, tutto più che normale. Ogni mattina così. Però il momento della colazione è il più delizioso, è l’attimo in cui posso rilassarmi un po’. L’uomo al mio fianco mi guarda insistentemente. Mi mette in imbarazzo, ma cosa vuole, che c’è da guardare? Con la coda dell’occhio vedo che non distoglie lo sguardo dal mio corpo. La faccenda mi mette in agitazione: cornetto mangiato a metà, cappuccino deglutito in fretta, addio colazione in pace. Pago e mi dirigo verso l’uscita. Mentre esco una voce dolce e suadente: “Come sei bella. Sei una donna meravigliosa”. Lo fisso per un attimo, cosa ci trova di tanto bello in me, mi suggerisco nel mio intimo. Mi metto in macchina e vado via di corsa. Una situazione simile non mi era mai successa. Mai nessuno aveva espresso parole d’apprezzamento nei miei confronti. La cosa da un lato mi turba, dall’altro mi provoca una sensazione piacevole, mi sento apprezzata. Per tutta la giornata non faccio altro che pensare a quell’uomo e alle parole che ha detto. Nello stesso momento mi giuro, non sarei più andata in quel bar. Stupida! Invece durante la notte sono impaziente, non vedevo l’ora che spuntava l’alba per ritornare in quel bar per rivederlo. Il mattino dopo mi fermo di nuovo allo stesso bar. Entrai, lui è già era lì. Ordinai la stessa colazione del giorno prima, quando sto per pagare, sento una voce alle mie spalle: “La colazione la offro io stamattina”. Mi giro, lo fisso un attimo: “Grazie”, rispondo. Vado via immediatamente, imbarazzata. La mattina dopo stessa cosa, così per una settimana. Una mattina m’invita a scambiare due chiacchiere nella saletta privata che si trova nella più riservata del bar. La cosa mi mette paura. In quel bar, a quell’ora, non c’era mai nessuno. Nonostante ciò, accetto. Abbiamo parlato delle nostre vite, e di tante altre cose. Gli ho detto che la prossima settimana finisce la scuola, e per me significa rinunciare alla colazione mattutina. Mi ascolta con attenzione. Alla fine della nostra chiacchierata mi consegna un bigliettino da visita, indica l’indirizzo del suo studio, e i numeri di telefono. “Chiamami, voglio continuare a parlare con te”, mi dice. Andiamo via. Conservo il bigliettino in tasca. Non sono innamorata, sono solo frastornata: cosa mi stava succedendo? Sento soltanto una forte attrazione. Non è possibile. Quando le amiche mi raccontano cose simili, io non ci credo, invece ora vivevo in prima persona una realtà a me sconosciuta. Altri due giorni e le scuole finiscono. Come sempre, non appena le scuole finiscono, vado dai miei in Calabria, resto lì fino alla fine dell’estate. Questo mi mette angoscia: non l’avrei visto per molto tempo. Nel pomeriggio mi chiama. Con una voce ferma mi dice: “Domani è l’ultimo giorno di scuola, dopo parti, vediamoci nel mio studio”. La richiesta mi stringe in una morsa di paura. “Lasciami pensare”, gli risposi. Una notte intera a pensare cosa dovevo fare, non era mia intenzione recarmi nel suo studio. Rifletto, ma sento dentro di me strane sensazioni mai provate prima. Passo una terribile notte. La mattina accompagno i ragazzi per l’ultimo giorno di scuola. Mi reco immediatamente al bar: non c’è. Delusa, non sapevo cosa fare. Mi metto in macchina dirigendomi di nuovo verso casa. Ad un certo punto decido di non cedere alle paure, svolto, e mi recai al suo studio. Voglio assolutamente vederlo prima di partire. Suono il campanello. Viene ad aprirmi. Come sempre ben vestito, il profumo che ha addosso mi avvolge. Gentilmente mi fece accomodare sul divano, mi versa un caffé. Sono profondamente imbarazzata, ma anche emozionata. C’eravamo scambiati solamente un timido bacio una mattina al bar, non sapevo nulla di quell’uomo, ero solamente molto attratta. Si siede vicino a me: il contatto diretto con quell’uomo mi trasportava lontana con la mente. Le nostre labbra spontaneamente si avvicinano, un bacio lungo e profondo si impadronisce di me. Le carezze scivolavano lungo il mio corpo, mi sciolgo come burro al sole. Non c’è voluto molto, i nostri corpi nudi si uniscono. Scariche di emozioni attraversavano il mio corpo. Non apro gli occhi per memorizzare bene tutto ciò che sto vivendo. Le emozioni si susseguono velocemente senza lasciarmi tregua, in me regna il desiderio di non interrompere quel contatto sublime, che lascia uscire fuori tutta la mia femminilità. La passione che quell’uomo mette, mi fa sentire, per la prima volta una donna desiderata. Sono completamente persa dal vortice delle emozioni che, oltre, non esiste più nulla. Un’ora d’intensa passione mi travolge completamente. Quando i corpi ritornano alla normale attività cardiaca, mi rivesto. Un po’ di trucco, un ultimo sguardo a lui ancora disteso sul divano, e scappo via. I sensi si sono raffreddati. Il mio essere è travolto dai rimorsi. Una volta in macchina ho voglia di piangere, di scappare dal mondo. Mi fermo sul ciglio della strada, ho bisogno di riflettere, di capire cosa mi è successo. Chiudo gli occhi immaginando la scena. Lentamente i rimorsi escono dal mio intimo. Ero di nuovo la vera donna di pochi minuti prima, le stesse emozioni, lo stesso desiderio. Sono stata bene in quell’ora meravigliosa, è la verità, non posso sottrarmi alla realtà. Inutile piangerci sopra, mi sono sentita una vera donna. Sono trascorsi tre mesi da quella mattina, non l’ho più visto perché sono in vacanza, ma ci siamo sentiti quasi tutti i giorno. Domani riprendono le scuole, e riprende anche la mia vita di sempre. Domani riavrò di nuovo le belle emozioni che ho vissuto tre mesi fa: alle dieci sarò nel suo studio per sentirmi di nuovo donna desiderata. Non posso farci nulla, non sono innamorata di quell’uomo ma sono rapita dalle forti emozioni che mi lascia vivere.