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“Frank Capra e il sogno americano”

Ottobre 1961 . Aeroporto di Ciampino (Roma ) . Una ressa di fotografi si accalca sulla pista di volo in attesa d’immortalare il regista del momento : Frank Capra , in partenza dopo aver presentato in anteprima negli stabilimenti di Cinecittà il suo ultimo film “Angeli con la pistola” . I meccanici e i piloti ,usciti dall’aviorimessa, conducono nel piazzale il Concorde che riporterà negli Stati Uniti il famoso cineasta , quando , d’un tratto , il rombo dei motori viene interrotto da un fragore di voci umane . Un codazzo di giornalisti accompagna l’artista italo-americano , sovrastandolo di domande , mentre i fotoreporter più intraprendenti tentano di accorciare le distanze per uno scatto ravvicinato . Capra , schermendosi dai flash , raggiunge a fatica la scaletta d’imbarco e saluta i cronisti con uno stentato : “Ciao, ciao Italia !” . All’interno dell’aereo viene accolto da un hostess che , rammaricata , lo informa di un sopraggiunto imprevisto : “Mr Capra , abbiamo un altro passeggero a bordo; voglia scusare la compagnia , ma al numero dei componenti dello staff che le abbiamo comunicato si è aggiunto un quarto elemento , I’m sorry ! “ . Il regista , appresa la notizia , replica mimando un accomodante : “Non c’è problema ! “ . Poi , allontanatasi la scrupolosa assistente , estrae dalla tasca della giacca una lettera che , scritta in lingua italiana , decifra con difficoltà . Quindi , arresosi di fronte all’ennesimo tentativo fallito , con un sibilo richiama l’attenzione dell’ altro passeggero seduto in cabina : un pilota alla sua prima esperienza che , fremente, aspetta il turno di guida . “Hello , boy ! ; puoi aiutarmi a capire questa lettera , please ? “ . Il giovane guidatore , alzatosi goffamente dal sediolino , si accomoda accanto all’eccentrica celebrità e legge la missiva che questi gli porge : “Caro Frank , è stato un piacere conoscerti ! . La tua famiglia , la famiglia Capra ti aspetta a Bisacquino ,in Sicilia per mostrarti i luoghi della tua infanzia . Ti abbracciamo con affetto . Tua cugina ,Rosaria “ . “ Wonderful , meravigliosa la mia famiglia italiana ! . Io sono contento di aver ritrovato i miei parenti . Io sono andato via da Palermo , dove sono nato il 18 maggio del 1897 , a sei anni . Io , lì , a Los Angeles , insieme con i miei genitori …. , come si dice ? …. emigrante ? ; mio father , papà , ha fatto tanti sacrifici per farmi studiare , io, infatti , sono un ingegnere chimico del Throop Institute , sai ? . Poi , nel 1922 , ho iniziato a fare l’aiuto regista a San Francisco , per i “ Fireside Studios” . Il mio primo cortometraggio s’intitolava : “Fultah Fisher’s Boarding House “ , ma , allora, io facevo il “maid of all work” , come dite voi ? … “tuttofare” ; guardarobiere , montatore , comic writer , sceneggiatore . Ho scritto anche una serie comica : “Our Gang” , per la “ Keystone” e la “ First National “ . Fu un little successo ; il protagonista era Harry Langdon : Do you know “La grande sparata “ ? . Eh , in my life , nella mia vita , I’m very lucky ; sono stato molto fortunato! . But , ma i’m “self-made-man “ , sono un uomo che si è fatto da sé . USA is a very dream , l’America è un sogno ! . Nel 1927 , la “Columbia Pictures “ mi offrì un contratto : now , è una big casa di produzione , ma a quei tempi subiva la concorrenza di majors come la” Warner Bros “, la “Paramount “, la “20thCentury Fox” ! ; oooh , ther was not competition ! , non c’era competizione ! “ . Per la “Columbia” ho girato b-movies , commedie leggere : “That Certain Thing ,“The power of the Press” ; per lavorare avevo a disposizione soltanto sei settimane e un budget limitato ; se tu hai tutto , it’s easy ! , è facile , non c’è sfida !. Fino al 1929 i miei films non hanno avuto il sonoro : il sonoro è stata una great , una grande rivoluzione ! . I remember , io ricordo ancora il mio primo film sonoro : “L’affare Donovan” (1929) , una detective story . Nel 1920 , avevo creduto nell’ “American way of life” , nel “modello americano “ , negli “anni ruggenti” ; there was a jazz music , c’erano le industrie : Rockefeller, Carnegie , il commercio , la pubblicità , i giornali ; women , donne libere , indipendenti , forti , lavoratrici in pantaloni ; libertà ,ma anche “prohibitionism”, proibizionismo , alcool , gangstars, Al Capone , Scarface , do you know strage di San Valentino ? . Nel 1929 , il crollo di Wall Street : the end , la fine ! . Speculazione finanziaria , recessione , ricostruzione con il presidente democratico Franklin Delano Roosevelt e il suo “New Deal” . Intanto , io realizzavo films ottimisti , positivi , con personaggi femminili vincenti sugli stenti e la povertà : “La donna del miracolo “ (1931) , interpretato da Barbara Stanwyck , my favorite actress , la mia attrice preferita , rivale di Marlene Dietrich o “La donna di platino”(1932) con l’affascinante Jean Marlow . Finalmente , nel 1934 , arrivò il successo di : “Accadde una notte”, un film “on the road “, con Clark Gable e Claudette Colbert , che vinse cinque premi Oscar . Affrontava il tema dell’ amore tra una ricca e viziata ereditiera e un giornalista disoccupato nella New York della Depressione .Volevo descrivere eroi per caso , che combattevano per il bene della loro comunità contro un sistema immorale (corruzione, opportunismo , speculazione mediatica ) e che riuscivano a imporsi grazie alla volontà e all’affetto dei cari : per questo scrissi le sceneggiature di “E’ arrivata la felicità” (1936) , “Mr Smith va a Washington” (1939) , “Arriva John Doe “ (1941) , ma con la “Columbia “non ero abbastanza autonomo ; il novanta per cento dei registi non lo era ! . Perciò , nel 1942, in piena Seconda guerra mondiale , fondai la “Frank Capra Productions” e mi arruolai nell’esercito per girare documentari di propaganda sulle forze alleate , s’intitolavano : “Why we Fight” (“Perché combattiamo”) . Mostravo ai ragazzi di diciotto , vent’anni le ragioni del conflitto ; quando la guerra scoppiò , loro non sapevano niente , non erano nemmeno dei soldati , non avevano alcuna disciplina militare . In due anni , divennero i migliori , perché vedevano i miei films e capivano cosa fare .Capivano che non era un gioco ! . Nel Dopoguerra , con la “ Liberty ” , di Samuel Jean Briskin , William Wyler e George Stevens , diressi : “La vita è meravigliosa” (1946), film tratto da un racconto di Philip Von Doren Stern , con James Stewart e Donna Reed . Si trattava di una favola natalizia : un uomo sul lastrico ,deciso a suicidarsi , viene salvato da un angelo che gli mostra come sarebbe stato il mondo e l’esistenza dei suoi cari se non fosse mai nato. Il poveretto , capendo l’importanza della vita , spinto dall’amore dei suoi , non solo non si uccide , ma riesce anche a pagare i debiti . Io credo che sia stato il mio miglior film ,però, i critici non lo hanno apprezzato , definendolo : “Banale” , “Retorico” , “Buonista” ….. del resto , non hanno apprezzato neppure : “Lo stato dell’Unione” (1948) , quindi da dieci anni giro documentari didattici per la televisione e remakes dei miei stessi movies (“La gioia della vita “ , 1950 ) . A sessant’anni , non ho intenzione di rincorrere Hollywood ! . La gloria , la fama , non m’interessano ; non voglio esibire la macchina da presa : quei registi che si fanno belli con le inquadrature mostrano solo se stessi ! . Io , invece, voglio il pubblico coinvolto nelle storie .La gente che va al cinema non si siede davanti a uno schermo , ma davanti a situazioni e a persone reali . Gli attori sono abituati a imparare a memoria , subito si creano un personaggio, se lo ritagliano addosso e diventa difficile cambiare quel modello .E’ meglio non aver nessun copione e non dire niente fino al giorno delle riprese . Solo allora gli attori leggono le battute e ne discutono insieme : così diventano persone vere e non personaggi . Quando ciò accade, gli spettatori si divertono e , se ridono , credono in te , cadono le difese e cominciano a essere interessati a quello che hai da dire , al messaggio . Excuse me , ho parlato troppo senza chiederti perché ti trovi su questo volo !”. “ Non si preoccupi Mr Capra “, risponde imbarazzato il neopilota , “E’ stato un onore per me raccogliere le sue confidenze !. Il fatto è che , dopo un intero corso di studi in Accademia aeronautica , non so ancora pilotare un aereo e, allora, bisogna che impari come si fa ! . Forse , un giorno, realizzerò anch’io , come lei , il mio “sogno americano” , che ne dice? “ . “Credo questo “ , replica rabbuiato il regista , “ Tutti , donne e uomini , ricchi e poveri , emigrati e non possono, devono sognare e provare a realizzare quello che desiderano e sanno fare . Ricorda, ragazzo : questa è l’autentica lezione americana “.
Francesco, Rosario Capra morì il 3 settembre del 1991 a La Quinta , in California . Sebbene avesse sempre osteggiato il divismo hollywoodiano , il patinato tempio del cinema ha voluto annoverarlo tra le star della Walk of Fame , celebrandolo con encomi del tipo : “Fra le tante storie che ha raccontato , non ve n’è una che superi in bellezza quella della sua vita ; piena di alti e bassi , su e giù ,come le montagne russe . Un’esistenza incredibile . Poteva succedere solo in America” .