La rabbia intorno alla scarcerazione dei boss mafiosi, alcuni dei quali reclusi al 41bis e mandati agli arresti domiciliari per motivi sanitari, si fa sempre più forte. Ad ampliare la vicenda e far montare ulteriormente al rabbia, è stata la notizia della scarcerazione del carceriere del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino, rapito e sciolto nell’acido nel 1996 dopo oltre due anni di prigionia.
Si tratta di Cataldo Franco, che stava scontando l’ergastolo a Opera, è rientrato nella sua abitazione di Geraci Siculo (Palermo). Anche in questo caso la scarcerazione è stata concessa per il pericolo che l’anziano boss, già malato, potesse contrarre il Covid-19 dietro le sbarre.
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