Categories: Cronaca

A Parete il tumore impera, e dal 2005 c’è stato il picco maggiore

Lo faccio per me, per i figli e nipoti di questa terra. Lo faccio per tutti. Non è facile redigere una lista di decessi per tumori. Richiede tanto tempo, poiché trovare tutti quelli che sono stati colpiti dai tumori e poi sono deceduti, non è facile. Ho sempre chiesto ai parenti dei deceduti di inviarmi l’età che avevano nel momento del decesso e data completa del decesso, compreso nome e cognome. Moltissimi l’hanno fatto, altri mi sono stati suggeriti da parenti stretti dei deceduti, altri li ho individuati io. Così piano piano la lista va sempre più crescendo. La pandemia ha frenato la stesura, però chiunque ha subito questa tragedia può continuare a inviare i dati all’indirizzo email direttore@quotidianoitalia.it oppure inviarli via messanger sulla mia pagina Facebook. Confido nel vostro aiuto per completare un qualcosa utile a tutti noi. Parlare con dati alla mano toglie alibi al potere: i dati veri sono una difesa seria per tutti noi.
Analizzando i primi dati a mia disposizione posso affermare senza remore che a Parete a partire dal 2000 è iniziato il picco maggiore. Preciso che la lista è ancora da completare, quindi i dati sono approssimativi. A partire dal 2005 abbiamo avuto 53 decessi per tumore e quasi tutti tra i 40 e i 65 anni d’età. L’emorragia da tumore nel nostro paese è iniziata a fine anni settanta con picchi negli anni ottanta. Quello che mi ha impressionato maggiormente e la recrudescenza iniziata nel 2000 che ha il suo apice a partire dal 2005, è da questo periodo che aumentano i decessi. Attualmente non mancano nuove persone che scoprono di essere state colpite da un tumore, segno che il male avanza sempre di più e non si ferma, continua la sua andatura senza guardare in faccia a nessuno.
Cosa sta succedendo lo immaginiamo un po’ tutti: il territorio è stato devastato dai rifiuti tossici, dall’inquinamento atmosferico e, soprattutto, l’inquinamento del territorio causato dai numerosi incendi che inquinano sia l’aria sia il territorio coltivabile. Oltre a questo, però, va detto che ciò che ingeriamo non è più genuino e naturale, ma tutto deriva dalla produzione industriale e da allevamenti intensivi. L’alimentazione genuina di un tempo non esiste più. E credo che la maggiore causa sia proprio attribuibile a ciò che mangiamo quotidianamente. A tutto ciò ci vuole una risposta concreta affinché questo male sia debellato: la sua corsa è impressionante.

Redazione

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