A Parete la situazione sta diventando esplosiva, ogni giorno si chiede un sussidio
Se a un giovane non gli dai la possibilità di andare a fare un giorno di lavoro per racimolare qualcosa per i suoi bisogni, se a un padre di famiglia non gli dai la possibilità di continuare ad arrangiarsi, poiché tu stato sei incapace di costruirgli il lavoro, se al barbiere, parrucchiera, baris…

Se a un giovane non gli dai la possibilità di andare a fare un giorno di lavoro per racimolare qualcosa per i suoi bisogni, se a un padre di famiglia non gli dai la possibilità di continuare ad arrangiarsi, poiché tu stato sei incapace di costruirgli il lavoro, se al barbiere, parrucchiera, barista, negoziante, non gli dai la possibilità di poter riaprire, bè, questi non hanno altra alternativa, se non quella di rivolgersi all’istituzione più vicina: il comune di residenza. Pochi minuti fa il sindaco ha postato delle foto dove si vede un nutrito numero di persone in attesa di poter richiedere il sussidio per il fitto. Non le pubblichiamo per non intaccare la dignità delle persone in questo momento delicato, ma sono l’effetto di questa prolungata pandemia. Ogni giorno si cerca un sussidio, qualcosa per andare avanti. Stato e regioni sbandierano continuamente un flusso di denaro che, purtroppo, alla fine non si vedono mai. È un momento delicato, bisogna dare delle risposte a tutte queste esigenze. Dopo resetteremo la nazione Italia, perché va resettata, e si ricomincia tutto d’accapo. Il rischio non è solo oggi, ma anche domani, quando lo stato chiederà indietro quello che sta dando, perché di sicuro chiederà, non illudiamoci, siamo Italia. In questi ultimi giorni, in campo nazionale, siamo passati dall’emergenza covid all’emergenza elettorale, tutti, nessuno escluso.
“Purtroppo al Governo centrale non hanno alcuna percezione di quello che succede nei territori – commenta amareggiato il sindaco Gino Pellegrino – Mentre nelle prime settimane il “lockdown” ha avuto il suo effetto positivo con il passare delle settimane e con il crescere delle difficoltà economiche delle famiglie aumentano sempre più le richieste di sussidio e aumentano file e assembramenti ai Comuni, presso i CAF, alla Posta, alla Caritas, ecc. Da diversi giorni la situazione si è fatta insostenibile. A questo punto, dopo due mesi di quarantena, se la soluzione per contrastare il covid-19 è il distanziamento sociale, non sarebbe il caso di far tornare a lavorare in “sicurezza” tutta queste persone? Avremmo sicuramente un minor disagio economico ma anche un miglior risultato dal punto di vista sanitario con un maggior distanziamento fisico delle persone. Il fattore “sociale” con i conseguenti assembramenti è stato considerato da questo famigerato comitato tecnico scientifico? Ma i parlamentari ci sono sui territori? Vedono quello che sta succedendo?