Gio. Mar 30th, 2023

Primavera 1962. Il “Divo del rock’n’roll”, Adriano Celentano, dopo essersi aggiudicato la vittoria al “Cantagiro“, con la canzone “Stai lontana da me”, composta dal musicista Burt Bacharach e dall’autore Giulio Rapetti, in arte “Mogol”, percorre l’autostrada Roma-Milano a bordo del pulmino del”Clan”, comune di artisti e nuovi talenti dello spettacolo da lui fondata. E’ notte fonda e il vento leggero che soffia da ponente e la guida calma e sicura dell’amico Miki Del Prete, cantautore esordiente, fanno sì che il “Molleggiato” si abbandoni al sonno ristoratore. D’un tratto, però, dal cofano del furgone fuoriesce un sibilo, un fischio che preannuncia un guasto. Celentano, ridestatosi all’improvviso, esclama: “Ohè, questo qui l’è il motore….e sì…è fuso, l’è proprio fuso!…Stai a vedere che adesso si ferma?…”. Il camioncino, infatti, arranca ancora pochi metri e si arresta nei pressi di una stazione di servizio, chiusa, vista l’ora tarda. “Ohè, Miki!, cosa vuoi fare?; aspettiamo che si faccia giorno!. Domattina, il meccanico riapre, ripara il motore e, felici e contenti, verso sera, arriviamo a Milano!“; “Ok, d’accordo!, ma gli altri come li avvisiamo?; qui, non c’è neppure l’ombra di una cabina telefonica!…”, replica preoccupato Del Prete. “Ohè, ma lo sai che sei proprio un tipo nervoso, te?…Vedrai che capiranno e ci aspetteranno…o sennò, cos’è che vuoi da me?, prima o poi li ritroveremo!. Piuttosto, senti che pace?, che silenzio!…guarda il cielo, le stelle…sono belle, le stelle, no?”. Oh, Del Prete!,mi scappa una domanda: mi sa che te , co’ ‘sto cognome qui, mi puoi rispondere…Ma te, ci credi che sia stato Lui a creare l’uomo, il mondo?…sì, insomma, te ci credi che esista?”. “Adriano, ma cosa mi chiedi?, ti sembra questo il momento?”, risponde adirato il giovane Del Prete, lamentandosi: “Ho fame, ho sonno e pure freddo e questo qui vuole aprire una conversazione teologica!…Comunque, se proprio insisti, te lo dico: io sono scettico!…Se esistesse Lui, Dio, non esisterebbero le guerre, le armi, la gente che muore!…Oh, se la storia di Dio fosse vera, allora esisterebbe la giustizia e quello famoso, tra me e te, sarei io!… Adriano, parliamoci chiaro: è dal 1957 che provo ad ingranare con ‘sto mestiere, ma è inutile!…continuo a scrivere per gli altri e, questa faccia non la riconosce mai nessuno!. A te, invece, ti riconoscono tutti: donne, uomini, bambini, anziani….Ti chiedono le foto, la firma, ti inseguono…Sei un mito, per loro sei un mito!…Ed io , chi sono?, un signor nessuno, un illuso che ha sperato nella favola del successo!”. Celentano, sbigottito e amareggiato, dopo una breve pausa, tuona: “Ohè, Miki!, ma mica parli sul serio?… Be’, se non è uno scherzo, devo dirti che sei un baluba!…Guarda che Dio non è un giudice né un insegnante. Lui, non sta lì a dire all’umanità come debba comportarsi. Noi uomini siamo liberi di scegliere!. Se le guerre esistono è perché è l’uomo a volerle, come vuole il denaro e il potere!. E poi , non è certo colpa di Dio se non sei famoso!. Hai ragione: le persone adulano me, ma cantano quello che componi tu!. Ciò che tu crei , che è tuo, di colpo, appartiene anche a loro: è questo il senso dell’arte, della musica, non la popolarità!. Com’è che hai detto: io, un mito?, ma che sciocchezza!. Del Prete, lo sai cosa pensa di me un intellettuale, un giornalista de “Il Corriere della Sera”, tale Giorgio Bocca?, che sono un “ignorante , il re degli ignoranti”. Ora dimmi: mi invidi ancora?. Preghiamo Miki, preghiamo insieme oppure , se non vuoi, “Pregherò per te!”.

“Quello che si tende a perdere è la dimensione utopistica della vita. Io dico a volte cose che non sembrano realizzabili, ma sono tante le cose che sembravano impossibili e poi si sono realizzate. Se si perde questa visione utopistica, il mondo andrà sempre peggio”. Così, il cantante e attore Adriano Celentano,in uno dei suoi monologhi televisivi. Nato il 6 gennaio del 1938 a Greco Milanese e, vissuto a Milano, figlio di Giuditta e Leontino, emigrati pugliesi, frequenta la scuola fino alla licenza elementare per poi impegnarsi nella pratica di svariati mestieri come quello di orologiaio. Nel 1955 , a diciassette anni , scopre il rock’n’roll grazie alla canzone dei “Comets”: “Rock around the clock”, colonnasonora del film “Blackboard Jungle” (“Il seme della violenza“). La moda americana dei “Teddy Boy”, i “govani arrabbiati”, stile James Dean,che vagano per la città in moto e  distruggono, mettendo a ferro e fuoco, i locali, dopo avervi danzato a tempo di ritmi sfrenati,  imperversa. Nasce così, strizzando l’occhio alle band d’oltreoceano, il gruppo dei “Rock boys”. Celentano,come un severo talent scout, esamina e recluta quattro amici: i fratelli Ratti, (Giancarlo, alla batteria, Marco, al contrabbasso, Franco, alla chitarra e Ico Cerruti alla seconda chitarra). La formazione debutta, all'”ombra della Madonnina”, nel 1956, e subito raduna garndi folle nei club più esclusivi (“L’Ancora” e il “Santa Tecla“) e nei teatri (“Teatro Smeraldo“). Poi, cresciuta nel numero, a seguito dell’ingaggio del tastierista, Enzo Jannacci, e del sassofonista, Pino Sacchetti (entrambi transfughi dai “Rocky Mountains“, dell’urlatore Tony Dallara),il 18 maggio del 1957,vince  con il brano “Ciao ti dirò” il “Festival del Rock“, organizzato dal ballerino acrobatico Bruno Dossena, presso il “Palazzo del Ghiaccio”. Tuttavia, il successo riportato incrina i rapporti all’interno del gruppo, inducendo alla defezione alcuni componenti , quali: Giancarlo Ratti e Ico Cerutti, sostituiti, rispettivamente, da Flavio Carraresi e da Giorgio Gaber. Ma proprio allora, un discografico della “Music”, Walter Guertler, colpito dall’eclettico talento alla Jerry Lewis di Celentano, decide di offrire ai “Rock Boys” un contratto e, nella primavera del 1958, il quintetto meneghino entra in classifica con le cover americane: “Rip it up”, Jailhouse rock”, “Tutti frutti”, “Blueberry hill”. Il “Molleggiato”, però, coltiva il sogno pioneristico di dar vita a un rock’n’roll all’italiana e per l’etichetta “Jolly“(dello stesso Guertler) incide in lingua italiana le canzoni: “Buonasera signorina”, “La febbre dell’hoola op“, e “Ciao ti dirò” che raccolgono unanime consenso tra gli ascoltatori. Da lì, ancora due brani da hit parade: “Il ribelle” e “Il tuo bacio è come un rock”(quest’ultimo, vincitore nel luglio del 1959, del “Festival di Ancona”). Intanto, Adriano e i “Rock Boys“, persi i “Due Corsari“, Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci (desiderosi di costituire un duo) e acquistati il chitarrista Gino Santercole (nipote dello stesso Celentano), i batteristi Gino Dall’Aglio e Domenico Pasquale Di Bisceglie, diventano “I ribelli” e una folta schiera di autori scrive i testi delle loro canzoni: Miki Del Prete, pugliese, ex ballerino,emigrato in Lombardia per via della carriera calcistica del padre, Mario, attaccante del Bari, ceduto al Como; Luciano Beretta e Giulio Rapetti (“Mogol“). La personalità debordante di Celentano offusca sempre più l’abilità strumentale del gruppo; tutto di lui fa notizia: il fidanzamento con l’attrice Milena Cantù, gli incidenti automobilistici, la collaborazione con Mina (scrive per lei il brano “Vorrei sapere perché”), le “comparsate” nei film musicali del regista Lucio Fulci (“I frenetici”, 1958, “I ragazzi del juxe-box”,1959, “Urlatori alla sbarra”,1960) e la partenza per la naia. Il “ribelle della musica italiana”, infatti, presta servizio presso la caserma Morelli di Torino, quando apprende dai discografici della “Jolly“della sua partecipazione come concorrente al “Festival di Sanremo” del 1961 e dell’autorizzazione a prendervi parte, in quanto militare, ottenuta dal ministro della Difesa Giulio Andreotti. Quindi, nel febbraio 1961, scandalizza la platea sanremese cantando di spalle la sua: “Ventiquattromila baci“, classificatasi al secondo posto dietro la melodica “Al di là”, della coppia Luciano Tajoli/Betty Curtis. Adempiuti gli obblighi di leva, fonda con Detto Mariano, commilitone/ tastierista, consosciuto in caserma, il “Clan”,fucina di talenti e oasi per cantanti e autori dissidenti (Ricky Gianco e Aldo Capone alias Don Backy). Il 10 maggio 1962, si aggiudica il “Cantagiro” con “Stai lontana da me“( di Beretta/Mogol), sbancando,a distanza di un mese, le classifiche con “Sei rimasta sola” (di Santercole/Gianco). Stanco delle reiterate controversie con i produttori della “Jolly”, rei di costringerlo a pubblicare brani inadatti e non affini al suo gusto, rescinde il contratto e intraprende una guerra giudiziaria con gli avvocati della major, definitivamente sconfitti con una sentenza che esime  il cantante da ogni risarcimento. Lasciatosi alle spalle le beghe e i cavilli legali, corre a incidere per la sua etichetta, il “Clan“, le canzoni: “Si è spento il sole”, “Pregherò“(cover di “Stand by me” di Ben E. King), “Grazie, prego, scusi, tornerò” e “Sabato triste“. Nel 1964, al termine di una tournèe all’ “Olympia” di Parigi, sposa in segreto, a Grosseto, nella chiesa di San Francesco, l’attrice romana Claudia Moroni (Mori), conosciuta nel 1963 sul set del film di Lucio Fulci: “Uno strano tipo”, dalla quale ha i figli Rosalinda, Giacomo e Rosita,  e nel 1965 divide i critici e l’opinione pubblica con il brano “Sono un simpatico“. Nel 1966, invece,  presenta in gara al “Festival di Sanremo” la canzone ambientalista e autobiografica “Il ragazzo della Via Gluck”, scritta da Miki Del Prete e Luciano Beretta. Il “Clan“, messo a dura prova dal polemcio abbandono di Don Backy, soppravive e viene rinnovato dall’estro bizzarro di Paolo Conte, avvocato-cantautore, pianista jazz astigiano che, dal 1966 al 1968, scrive per Celentano, impegnato sul set del film di Pietro Germi “Serafino“, “l’ascetica” “Chi era lui“, l’antidivorzista “La coppia più bella del mondo” e la fantasiosa “Azzurro”,LP destinato a diventare un classico della canzone italiana. Dopo aver conquistato il pubblico femminile con la romantica “Una carezza in un pugno” di Beretta/Del Prete/Santercole, nel 1970, porta scompiglio sul palco della kermesse sanremese con il brano “Chi non lavora non fa l’amore“, contestato e accusato, in epoca di scioperi e rivendicazioni operaie , di connivenza con la politica antisindacale del “Governo-padrone”. Nel decennio Settanta, alterna l’interpretazione di pellicole (“Er più. Storia d’amore e di coltello” di Sergio Corbucci,Rugantino”e “L’emigrante” di Pasquale Festa Campanile, “Yuppi du” e “Geppo il folle”, entrambe sue produzioni) a quella di canzoni (“Viola”, “Sotto le lenzuola”, “Presincolinensinaiciusol”, “Bellissima”, “Svalutation”, “Soli“). Negli anni Ottanta, tralasciata la carriera musicale per il Cinema, sotto l’attenta direzione dei registi Castellano e Pipolo, diviene uno dei protagonisti della “commedia all’italiana”(“Mani di velluto”, “Il burbero”, “Il bisbetico domato”, “Asso”, “Innamorato pazzo”, “Grand Hotel Excelsior”, “Segni particolari: bellissimo”). Nel 1987, apparso in televisione nell’inedita veste di conduttore del programma “Fantastico 8″, inchioda davanti ai teleschermi milioni di spettatori, invitandoli a votare “No” al referendum in favore delle attività venatorie, perché sostiene: “La caccia è contro l’amore“. Nei ruggenti anni Novanta, tornato insieme con Mina al vertice delle classifiche  con il duetto “Acqua e sale”, registra e pubblica l’album “Io non so parlar d’amore” che sigla un sodalizio vincente con gli autori Mogol e Gianni Bella. Nel 1999, mattatore del show di Rai Uno “Francamente me ne infischio“, desta scandalo con i suoi monologhi  sulla guerra, l’inquinamento e la speculazione edilizia, a commento di filmati scioccanti. Nel 2000, è in onda con lo spettacolo “125 milioni di cazz…te“, nel corso del quale presenta l’album “Esco di rado e parlo ancora meno“, nel 2005, con il programma “La situazione di mia sorella non è buona” e nel 2012 con il concerto-evento “Rock Economy“, trasmesso in diretta dalle reti Mediaset. Proprio nel 2012, super-ospite del “Festival di Sanremo” condotto da Gianni Morandi, canta commosso l’inedito “Ti penso e cambia il mondo”. Nuovamente in classifica   con il disco “Le migliori”, secondo album inciso con Mina, insieme con la quale interpreta il brano “Amami Amami“, nel 2019 torna sul piccolo schermo e sulle reti Mediaset, con il cartoon “Adrian”,realizzato in collaborazione con il pianista e compositore Nicola Piovani, con lo scrittore e sceneggiatore,Vincenzo Cerami e con il fumettista, Milo Manara. Sempre attento all’attualità e pronto a sostenere diverse cause, al Rettore dell’Università di Foggia che  nel 2006 manifestò l’intento di conferirgli la laurea honoris causa in Lettere e Filosofia, rispose: “Ringrazio il Rettore per l’iniziativa di conferirmi una laurea honoris causa, ma non intendo accettarla. Se lo facessi sarei costretto a migliorarmi e non voglio prendermi troppo sul serio. Sono e resto il re degli ignoranti”.