Non possiamo stare in silenzio. Non possiamo più tacere dinanzi ai continui disastri che si consumano nell’agro aversano. Questa terra ormai è senza speranza. Sta morendo lentamente. Un’agonia lenta e dolorosa. Tutti girano lo sguardo dall’altra parte. Cittadini compresi. Ieri l’ennesimo incendio che ha messo a dura prova un territorio martoriato dalla camorra, rifiuti e roghi. Chi siamo noi per dover subire tutto questo. Forse figli di nessuno.
Il territorio dell’agro aversano vive un paradosso che nessun territorio d’Italia vive. È ostaggio della cattiva politica regionale e nazionale. Il menefreghismo totale della politica ha generato un malato cronico. Stiamo morendo, e nessuno muove un dito. Cosa possiamo fare se non protestare. Ma alla fine tutte le proteste finiscono nel cestino. Sembra che la politica sorride quando vede i cittadini scendere in strada per protestare, poiché alla fine tutto rimane com’è.
Oggi siamo al capolinea, ma il male persiste da più di quant’anni. L’agro aversano è stato disseminato di rifiuti tossici. L’agro aversano ha il più grande numero di roghi tossici. Ogni mese l’agro aversano consegna ai cancelli dei cimiteri un numero incalcolabile di morti per tumore. Nell’agro aversano non c’è giorno che non si ha notizia di nuovi malati di tumore. Nell’agro aversano si muore. L’agro aversano è lasciato morire dalla politica regionale e nazionale. L’agro aversano è terra di nessuno.
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