Alessandro Gassmann: ” Gassmann con due N”

Estate 1984. Firenze. Nel teatro della Bottega , diretta da Vittorio Gassmann , il figlio Alessandro  esegue  con la sua compagnia le prove dello spettacolo  : Affabulazione , tragedia in versi liberi di Pier Paolo Pasolini .

Alessandro Gassmann: ” Gassmann con due N”

Estate 1984. Firenze. Nel teatro della “Bottega” , diretta da Vittorio Gassmann , il figlio Alessandro esegue con la sua compagnia le prove dello spettacolo : “Affabulazione” , tragedia in versi liberi di Pier Paolo Pasolini . Dietro le quinte , un giovane allievo del padre lo osserva , accorto a non farsi vedere. Tuttavia , in bilico su di una scaletta , perso l’equilibrio , cade , generando un gran frastuono , proprio mentre l’ombra di Sofocle entra in scena e invita il pubblico a seguire : “Le vicende un po’ indecenti / di questa tragedia che finisce ma non comincia” . “Chi è , chi c’è là ? …” , domanda il giovane Gassmann innervosito , “Qui , si sta provando…non è il caso di scherzare …non abbiamo tempo da perdere!..” . “Già , “il figlio di Gassmann” non può fare brutte figure !…” , gli fa eco lo studente del padre , continuando : “Questo spettacolo è una farsa…si sapeva già tutto…si sapeva che avrebbero scelto te per la parte del protagonista!…” . “Cosa insinui , cosa vuoi dire?…pensi che sia stato preferito a te o ad altri solo perché sono il figlio di Gassmann?…”, reagisce Alessandro , incalzando : “Io ho superato un provino , esattamente come te quando sei entrato in questa scuola….Ero , sono adatto al personaggio, al ruolo!…Ma poi , perché devo giustificarmi?…Non c’è alcun motivo per cui io debba giustificarmi con te!…Se perdessi meno tempo a farti i fatti miei , otterresti qualche scrittura anche tu , scommettiamo?…Altro che “figlio di” … io sono un uomo libero! ; perciò mi sono fatto aggiungere dai funzionari dell’anagrafe una “n” , che mio padre si era fatto togliere dal cognome durante la guerra , per nascondere le sue origini ebree…Ricordatelo bene : io sono Alessandro Gassmann , Gassmann con due “n”!”” .
“Tutti noi somigliamo ai nostri genitori . In un mestiere pubblico , riconoscibile , ci sono vantaggi e svantaggi. Certo , non c’è mai un’imitazione . Semmai un naturale proseguimento. Mi pare normale”: così , con queste parole , l’attore Alessandro Gassmann, rispondeva qualche anno fa , alla domanda se gli pessasse ancora il confronto con il padre. Nato a Roma , il 24 febbraio del 1965 dal “mattatore” del teatro e del cinema italiani, Vittorio Gassmann, e dall’attrice francese Juliette Mayniel , debutta a diciassette anni nel film autobiografico “Di padre in figlio” , scritto , diretto e interpretato con il padre , sotto la cui supervisione, inoltre , studia drammaturgia presso la “Bottega teatrale” di Firenze. Esordito nel 1984 anche in teatro , con la tragedia in versi liberi di Pier Paolo Pasolini “Affabulazione”, dopo una serie di ruoli cinematografici secondari , stringe nel 1996 un sodalizio artistico con Giammarco Tognazzi , figlio di Ugo , recitando in pellicole quali : “Uomini senza donne” , “Facciamo festa” , entrambe del regista Angelo Longoni e “I miei più cari amici”di Alessandro Benvenuti e in pièce teatrali come “A qualcuno piace caldo” , trasposizione della celebre commedia di Billy Wilder. Raccolto un largo consenso con il film di Ferzan Ozpetek “Il bagno turco” , fra il 2000 e il 2007 partecipa a numerose serie televisive Mediaset e Rai ( “Piccolo mondo antico , “Le stagioni del cuore” , “La guerra è finita”, “La Sacra famiglia”) e a campagne pubblicitarie . Nel 2008 Dopo aver preso parte alla pellicola d’azione americana “Transporter : Extreme”, interpreta un ruolo nel film di Nanni Moretti “Caos calmo” , aggiudicandosi i premi David di Donatello , Nastro d’Argento, Ciak e Globo d’oro , come “miglior attore non protagonista” . Tornato in teatro in veste di attore e regista del dramma “La parola ai giurati” di Reginald Rose , dal 2009 al 2015 alterna a ruoli brillanti sul grande schermo (“4 padri single” di Paolo Monico , “Ex” di Fausto Brizzi , “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo , “Ex-Amici come prima!” di Carlo Vanzina , “Viva l’Italia” e “Gli ultimi saranno ultimi” di Massimiliano Bruno , e “Tutta colpa di Freud” di Paolo Genovese) , ruoli intensi (“Razza bastarda” , da lui diretto e “Il nome del figlio” di Francesca Archibugi, con i quali ottiene Nastri d’Argento , Globi d’oro e premio Francesco Laudadio). Cimentatosi di nuovo nella regia cinematografica , con “Torn-Strappati”, negli ultimi anni , ha riscosso grandi successi televisivi nelle vesti di attore , grazie alle serie Rai “Una grande famiglia”di Riccardo Milani e “I bastardi di Pizzofalcone”, di Carlo Carlei , desunta da un ciclo di romanzi di Maurizio De Giovanni. Attualmente nelle sale con la commedia diretta da Massimiliano Bruno “Beata ignoranza” , collabora con Amnesty International , in qualità di “Alto Commissario dell’Onu per i Rifugiati”. Sposato dal 1998 con Sabrina Knaflitz ,da cui ha avuto il figlio Leonardo , nel 2015 , in occasione del suo cinquantesimo compleanno, ha dichiarato : “Ora voglio lavorare meno , scegliendo di più. Adesso voglio scegliere . Fare meno sia come persona , che come attore . Ho persino smesso di fumare. Rivoluzione nella mia vita, a cinquant’anni” .