ROMA- Alfano il leader, l’uomo che Silvio aveva scelto anni fa per guidare il centrodestra. Alfano a capo di tutti. Poi la rotta sbagliata l’ha portato nelle braccia di Renzi. Così Alfano ha collezionato figuracce su figuracce, ed oggi si ritrova con un pugno di mosche in mano.
Ieri sono arrivate le annunciate dimissioni del ministro per gli affari regionali, Enrico Costa, e per Alfano si è aperta la fase che porta a quel conto alla rovescia che primo o poi lo consegna allo stesso destino di Gianfranco Fini. Ormai la strada tracciata per Alfano è uguale a quella che un tempo si aprì per Fini.
Ma ora tornare con Forza Italia è un’impresa di non poco conto. Chi l’ha fatto prima si è salvato, chi è rimasto fino all’ultimo a pensare, ora si ritrova con un pugno di mosche in mano. Per Alfano stanno fallendo tutti gli approcci possibili, anche quello con De Mita sembra naufragato.
Ormai nel mondo politico italiano abbondano i poltronari di professione. Gente che poco importa cosa succede ai cittadini italiani, a loro importa preservare la poltrona che da anni occupano ingloriosamente. Ora che le elezioni non sono più uno spettro, ma sono diventate una certezza, perché a maggio 2018 si deve per forza votare, allora la paura fa novanta e il timore di finire a spasso col cane nei giardinetti si fa sempre più concreta per molti parlamentari.
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