Ormai è solo una festa per eseguire il concertone, fare polemiche politiche, ma di sostanza la festa del lavoro ha poco o niente: manca sempre il festeggiato, il lavoro. Il lavoro lo creano le imprese, i coraggiosi imprenditori, la politica non ha mai creato nemmeno un solo posto di lavoro. Tranne la pubblica amministrazione, il lavoro vero creato dalla produzione, che è l’unica via di sostentamento per lo stato, è misero e ce ne poco. Le vari riforme sul lavoro hanno creato un vuoto impressionante. Riforme che hanno creato solo precariato e sfruttamento del lavoro. Le riforme sono state fatte dai vari governi dopo la fine della prima repubblica. Tutte riforme che non consentono di costruire un futuro avendo a disposizione un lavoro certo.
Tra stipendi bassi, costo della vita alto, precarietà, insicurezza, lavoro che non c’è per tutti, ieri sul serio c’era poco da festeggiare. I nuovo provvedimenti del governo Meloni non risolvono il problema, allungano l’agonia. Il problema sta nei costi del lavoro. Infatti se un dipendente guadagna 1600,00 lordi, il datore di lavoro ne versa altri 1920,00 allo stato. Il lavoratore percepisce 1200 euro netti. Dopo che ha generato un guadagno di 3520,00 ma ne percepisci solo 1200 e lo stato se ne trattiene 2320,00, quasi il doppio. Qui sta il problema, ma nessun governo interviene per alleggerire questo costo così alto per mantenere un lavoratore. Oltre alle tasse che un imprenditore deve pagare allo stato, ed oggi le tasse hanno raggiunto il 50% dei guadagni. Se non si interviene sui costi del lavoro e delle tasse, la situazione è destinata a peggiorare.