AMATRICE- Ho percorso quelle strade con il cuore in mano. Piene di macerie, distruzione ovunque si passa, un paese che non c’è più. Spesso il rientro a Roma era il motivo per recarmi ad amatrice per trascorrere una serata durante la fiera dell’amatriciana a fine agosto. Proprio domenica era prevista la fiera dell’amatriciana, spazzata via insieme a tutto da un terremoto che non ha lasciato più nulla.
Nella mia mente c’è sempre il ricordo del terremoto dell’Irpinia, dove ci sono voluti decenni e decenni per ridare dignità a chi aveva perso tutto. Soldi buttati via invece di pensare a ricostruire interi paesi. La storia delle ricostruzioni dopo il terremoto sono un triste primato del nostro paese. Ovunque ha colpito, per rimettere a posto sono passati anche 30 anni.
Amatrice non può scomparire, va ricostruita subito. Sono d’accordo col sindaco di Amatrice quando dice che “il paese va ricostruito per intero”. Come sono d’accordo che “la ricostruzione deve essere fatta in fretta”. Amatrice è un pezzo di storia dell’Italia, non può essere perso per colpa di un terremoto.
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