Categories: Cronaca

Come in America anche in Italia la grande distribuzione in affanno

ROMA- Ogni era il suo inizio e la sua fine, qualsiasi cosa ha un suo percorso, ma prima o poi diventa saturo e si passa appresso. In America è iniziata la chiusura dei grandi centri commerciali, quelli che hanno poi contaminato a dismisura anche l’Italia portando alla costruzione di imponenti strutture che hanno messo in ginocchio i piccoli commerci. Se è vero che proprio gli Stati Uniti sono tradizionalmente precursori dei cambiamenti sociali, anche nel nostro Paese il destino di ipermercati e grandi centri commerciali sembra segnato. Ci vorrà ancora qualche anno, ma presto può arrivare al fine per questi grandi colossi del commercio di massa. Un po’ come sta succedendo con i social: gradualmente le persone si allontanano e fanno sì che il fenomeno si ridimensioni.
I dati di Federdistribuzione parlano di una contrazione degli affari che ha già raggiunto il due per cento. Anche la rete della grande distribuzione alimentare ha subito una notevole riduzione nel periodo compreso fra 2010 e 2016, segnando il meno 8,6 per cento. Quindi il fenomeno è già in atto e presto ci potranno essere sorprese.
L’Italia per cultura e per tradizione è sempre stata legata al bottegaio sotto casa. Gli ultimi anni però hanno visto la grande distribuzione imperare sulle botteghe di quartiere. Cosa che però oggi avverte già un cambio di tendenza, e gradualmente riavvicina il cittadino al salumiere sotto casa. Il ragionamento porta a credere che ormai sono maturi i tempi dove si può ritornare a rivalutare il commercio dei piccoli centri.
La maggior parte dei distributori sta puntando sui piccoli negozi. Sembra proprio questa la strategia presa in considerazione dalle multinazionali: difendersi attraverso la costruzione di piccoli negozi investendo nei centri delle città e dei comuni più grandi. Ormai sono moltissimi gli ipermercati e centri commerciali italiani in difficoltà, specialmente al Sud, stanno progressivamente diminuendo gli investimenti sulle nuove aperture, puntando di più sulle attività di vicinato.
“Non esiste, dal nostro punto di vista, un rischio immediato di desertificazione dei centri commerciali in Italia, anche perché da noi il mercato è molto diverso rispetto a quello americano– afferma il presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli in una nota – Ma è chiaro che la crisi economica e lo sviluppo del commercio online hanno rivoluzionato questo mondo. I primi segnali di cambiamento sono davanti ai nostri occhi: i mall hanno cominciato a ridimensionare gli spazi dedicati all’ipermercato, puntando invece su gallerie commerciali di ottimo livello e piene di negozi in grado di attirare i consumatori”.

Redazione

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