Ormai sono trascorsi due anni dall’inizio dell’epidemia, di cose se ne sono ascoltate tante, specie in TV, dove a susseguirsi nei vari programmi sono stati sempre gli stessi attori e mai c’è stato un serio contraddittorio per sentire i pensieri di chi la interpretava diversamente. Ora anche gli esperti fin qui perfettamente allineati ai diktat dell’esecutivo hanno iniziato ad alzare la voce. Stanchi, evidentemente, di sentir ripetere ogni giorno le stesse cose, senza alcuna evidenza scientifica a supportarle. Il primo che inizia ad essere insofferente è Andrea Crisanti, che proprio in queste ore è tornato sull’argomento per chiarire una volta per tutte come anche le persone che hanno ricevuto l’inoculazione possano contribuire alla diffusione del contagio, senza distinzione. Il microbiologo dell’Università di Padova esce allo scoperto e mette le cose in chiaro: “Bisogna avere il coraggio di rivedere accesso ai ristoranti, nessuno lo dice” – spiega in una intervista a Notizie.com.
“La variante Omicron – ha spiegato Crisanti a Notizie.com – se infetta le persone che sono vaccinate con due e tre dosi, causa una malattia relativamente breve. Nelle persone non vaccinate può causare malattie gravi. Omicron ha una capacità nella diffusione respiratoria delle persone che non si era mai vista. Se questo virus infetta sei o sette volte di più rispetto all’influenza, è normale che crea un peso sul sistema sanitario sette volte peggiore. E’ così”. Il microbiologo, alle domande di Enrico Camelio, commenta anche le parole dell’amministratore delegato di Pfizer che annuncia un nuovo vaccino pronto a marzo. “Va bene, ne siamo contenti – replica Crisanti -, ma è anche vero che adesso siamo in piena trasmissione virale, e bisogna farlo anche se ne arriva uno nuovo”.