PIACENZA- L’indagine è partita alla fine dell’anno scorso da segnalazioni di cittadini, dove le telecamere nascoste hanno incastrato uno dei 50 “furbetti del cartellino (su 631 dipendenti) indagati che dopo aver timbrato – per se stessi o altri – andavano in palestra o a fare la spesa. Uno di questi dipendenti è scattato l’arresto ai domiciliari perché usava l’auto del Comune per aver rapporti sessuali con una prostituta, per di più minorenne, durante l’orario di lavoro. Per lui l’accusa di prostituzione minorile e di violenza sessuale. Nell’inchiesta si è scoperto di tutto, qualcuno non si presentava neppure in ufficio o invitava un’amica a pranzo facendosi però pagare gli straordinari. C’era anche chi effettuava consegne con un camioncino comunale. Dei 50 indagati, 39 hanno l’obbligo di firma, 10 sono a piede libero.
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