ROMA – “I contenuti del Def, in ordine alla incorporazione di Anas in Fs, appaiono un’operazione economica tesa a deconsolidare Anas delle aziende pubbliche al fine di non gravare sui conti statali. I compiti di Anas, sorveglianza, manutenzione, sicurezza stradale e il diritto costituzionale alla mobilità, saranno garantiti da un “corrispettivo di servizio” attraverso l’accordo di programma in corso di perfezionamento al Cipe – dichiarano Nicola Apostolico, Segretario Nazionale del Sindacato Autonomo Dipendenti Anas (Sada), e Pietro Serbassi, Segretario Generale Fast Confsal. Incorporare Anas in Fs significa che quest’ultima sarà l’azionista di riferimento, socio comune il Mef. Siamo, dunque, di fronte a una privatizzazione di Anas con quello che ne consegue, anche per quanto attiene il rapporto di lavoro dei dipendenti, a cominciare dai rischi di impresa.
Indipendentemente dall’essere d’accordo o meno su questa fusione, e pur considerando che i rischi di impresa possono rappresentare, in prospettiva, un’opportunità, non possiamo fare a meno di evidenziare che la sinergia tra le due Società, in particolare nel settore della progettazione e come stazioni appaltanti, può generare, di fatto, una situazione di monopolio nel settore.
Ma quello che ci preoccupa, in particolare, è l’assenza, ad oggi, di un chiaro e definito piano d’impresa di integrazione che delinei con chiarezza il ruolo e l’autonomia di Anas all’interno del gruppo Fs, degli asset societari, e le ricadute sull’organizzazione della Società soprattutto in ordine alle tutele del personale. Di fatto, è noto solo l’obiettivo finale: mettere insieme i gestori delle rotaie e di parte della rete stradale per ridurre, per un minimo, il disavanzo pubblico.
In questa fase – sottolinea Apostolico – è, tra l’altro, ingeneroso leggere le affermazioni dell’Amministratore delegato di Fs, Renato Mazzoncini, “…che porterà a termine con successo anche questa sfida, risanare la gestione ordinaria, rilanciare gli investimenti e una nuova tecnologia per il trasporto stradale”, che, oltre a non trovare riscontri, appaiono lesive dell’immagine della nostra Azienda, che ha comunque garantito e garantisce la mobilità sulla rete stradale nazionale contribuendo allo sviluppo del Paese.
“Auspichiamo – concludono Serbassi e Apostolico – che, quanto prima, gli scenari possibili siano oggetto di valutazione e confronto fra le OO.SS. e, soprattutto, non sia eluso il confronto, con tutte le parti coinvolte, sui percorsi di questo ipotizzato “matrimonio” per la parte che compete al Sindacato: l’efficientamento dei servizi svolti da Anas e la tutela dei lavoratori”.
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