Ci risiamo, continua ad aumentare la pressione fiscale, ed è il dato peggiore dal 2015
La pressione fiscale risultata del 38%, il dato più alto dal 2015 – dice l’Istat – L’istituto di statistica segnala un aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Finché le tasse non diminuiscono l’Italia non ripartirà mai. Ci sono sacche di insofferenza tra la popolazione che fa paura. Però più fonti continuano ribadire che la riduzione delle tasse è inopportuno.
“Un riordino delle deduzioni fiscali e un riassetto delle tasse è una priorità, ma lo “shock fiscale” evocato da Salvini “potrebbe aver ripercussioni gravi”. E’ l’allarme lanciato dal procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli. Le conseguenze della riforma ipotizzata, quella della flat tax. sarebbero, avverte, “tali da annullare o ridurre molto i benefici della rimodulazione delle aliquote”. Il debito italiano ha probabilmente raggiunto i limiti massimi di sostenibilità” e “ha un costo finanziario gigantesco”, ha affermato ancora Alberto Avoli. “Il debito attuale finirà per colpire le generazioni future, forse addirittura tre o quattro”.
“Nel nostro Paese al problema della sostenibilità e del rientro del debito si affianca quello della sostenibilità della pressione fiscale”, si legge ancora nell’analisi della Corte dei Conti. “Mettere mano dunque al riassetto delle tasse e dei tributi può considerarsi una priorità. Un’operazione da portare avanti non in un clima emergenziale, ma attraverso ponderate ed equilibrate strategie di lungo respiro”.