Categories: Cronaca

Autorizzazioni “facili” e controlli inadeguati: la terra dei fuochi in Lombardia

“Il problema è sempre lo stesso, ossia una certa faciloneria nel rilascio delle autorizzazioni, unita alla carenza di controlli adeguati da parte degli organi preposti che agiscono in modo sommario, senza verificare in modo preventivo e costante che siano rispettate le norme vigenti”.
Così la direttrice del consorzio Polieco Claudia Salvestrini, man mano che si chiariscono le dinamiche sugli ultimi due incendi in siti di rifiuti in Lombardia.
“Con tutto quello che sta accadendo in Italia (siamo ormai a quasi 140 incendi presso piattaforme di stoccaggio dei rifiuti, nell’ultimo anno e mezzo) è mai possibile – si chiede Salvestrini – che si arrivi sempre troppo tardi ad accertare la presenza di rifiuti in quantità superiori a quelle autorizzate? Sono svolte in modo idoneo le verifiche periodiche per gli impianti che lavorano in Aia e che pure sono fra quelli che vanno a fuoco? E anche quando ci troviamo dinanzi a quantitativi in regola, si ha la certezza di controlli accurati sul sistema antincendio e sull’applicazione delle misure di sicurezza, visto che puntualmente e sempre più frequentemente assistiamo a incendi così disastrosi? E poi ancora – incalza la direttrice del consorzio – possiamo dire che i siti, a fronte di ciò che viene dichiarato sulla carta, dispongano di impianti con caratteristiche e funzioni tali da poter trattare i rifiuti per il cui trattamento sono autorizzati? Quante volte capita di ritrovarsi dinanzi ad impianti autorizzati R3 che, nei fatti, constano di semplici mulini, in grado di garantire al massimo la riduzione volumetrica del rifiuto?”.
Il Polieco, prima con una conferenza stampa ad hoc sull’argomento e poi al Forum internazionale dei rifiuti di Ischia, ha lanciato da tempo l’allarme sul fenomeno degli incendi, che indicano “ormai un sistema di raccolta differenziata andato in tilt, soprattutto perché incentrato sulla quantità e non sulla qualità”.
“ E’ diventato chiaro a tutti che gli incendi non sono una cosa che riguarda solo la Campania, dove forse l’attenzione, anche grazie ad una maggiore presa di coscienza dei cittadini, è più alta che al Nord. Il nodo – insiste Salvestrini – restano i controlli, che non vengono svolti in modo efficace e spesso non sono super partes, perché affidati ad organi che subiscono, in molti casi, l’influsso della politica, andando così a discapito dell’oggettiva tutela dell’ambiente e della salute, nonchè degli imprenditori che operano nella legalità”.
Sui controlli, era intervenuta a Ischia anche Silvia Bonardi, il pm della Dda di Milano che ha recentemente fatto luce sulla modalità illecita di smaltimento dei rifiuti nel Pavese. Il magistrato, riferendosi al territorio lombardo, aveva così commentato: “ Uno scenario nel quale incide la carenza dei controlli ed una troppo facile concessione delle autorizzazioni, la mafia non se ne sta a guardare. Anzi, il livello di rischio e pericolo è altissimo”.
“Il timore più grande – conclude Salvestrini – è che scoppi una vera e propria emergenza nazionale. Abbiamo perso anni preziosi, in cui, per i rifiuti, si è scelta la strada dell’esportazione piuttosto che l’inserimento in un circuito di valorizzazione. E oggi di questa gestione poco lungimirante, purtroppo paghiamo le conseguenze!”

Redazione

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