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ankitalia: “Un terzo delle famiglie ha riserve solo per 3 mesi”

Il peggio deve ancora venire e non si tratta di epidemia ma di economia. Il covid ha messo in ginocchio molte famiglie, che si sono ritrovate senza retribuzioni. Anche il mondo imprenditoriale risente di questa crisi devastante.
“Oltre la metà della popolazione dichiara di aver subito una contrazione nel reddito familiare dopo le misure adottate per il contenimento” del coronavirus. E’ quanto emerge dall’indagine straordinaria sulle famiglie condotta dalla Banca d’Italia. “Più di un terzo delle famiglie – si legge – dichiara di disporre di risorse finanziarie sufficienti per meno di 3 mesi a coprire le spese essenziali della famiglia in assenza di altre entrate”. “L’impatto è stato particolarmente severo per i lavoratori indipendenti”, spiega Bankitalia, sottolineando che “quasi l’80% ha subito un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare”.
“Più di un terzo” degli intervistati nell’indagine straordinaria della Banca d’Italia sulle famiglie “dichiara di disporre di risorse finanziarie liquide sufficienti per meno di 3 mesi a coprire le spese per consumi essenziali della famiglia in assenza di altre entrate”. Secondo l’indagine “questa quota supera il 50 per cento per i disoccupati e per i lavoratori dipendenti con contratto a termine. Poco meno di un quinto dei lavoratori indipendenti e dei lavoratori dipendenti con contratto a termine si trova in questa condizione e contemporaneamente ha subito una riduzione di oltre il 50 per cento del reddito familiare nei primi due mesi della emergenza sanitaria”.
Inoltre quasi il 40% degli individui indebitati dichiara di avere difficoltà nel sostenere le rate del mutuo a causa della crisi. “La quota – si legge nell’indagine – è più elevata nel Centro e nel Mezzogiorno”. Sempre secondo il report, fra coloro che hanno un finanziamento per credito al consumo la percentuale di individui in difficoltà con il pagamento della rata è del 34%”.
Si spegne anche l’entusiasmo per le vacanze, infatti circa il 30% della popolazione dichiara di non potersi permettere di andare in vacanza la prossima estate. Non solo, quasi il 60% ritiene che anche quando l’epidemia sarà terminata le proprie spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno comunque inferiori a quelle pre-crisi.

Redazione

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