Sin dall’inizio le regioni non hanno digerito il decreto del governo che ha messo sullo stesso piano tutte le regioni, lasciando chiuse attività commerciali che, lì dove i contagi erano bassi o zero, potevano riaprie. Ora il governo fa un mezzo passo indietro e, forse, già il 18 maggio si potrebbero riaprire tutte quelle attività ancora con la saracinesca abvassata come bar, ristoranti e parrucchieri. Si procederà con la massima cautela e prudenza, con un approccio differenziato a seconda della situazione in cui ogni Regione si troverà nel momento in cui andranno rivalutate le misure contenute nel Dpcm. Fino al 17 maggio saranno in vigore le misure contenute nell’ultimo Dpcm. Quindi si potrebbe andare verso la regionalizzazione delle riaperture. Le Regioni ogni giorno forniranno i dati aggiornati al governo, e il governo deciderà volta in volta cosa si può fare. Il tutto avverrà garantendo la sicurezza dei cittadini. Già molte regioni stanno proseguendo in questa fase 2 quasi autonomamente su provvedimenti che anticipano una serie di aperture. Vedesi il caso calabria. Il metodo della regionalizzazione doveva essere il modello da seguire, poiche una regione a contagi zero o pochi, non può essere paragonata a regioni dove i contagi sono ancora a livelli di epidemia in corso. Un grosso errore del governo che, invece poteva favorire la ripresa economica nelle regioni del sud.
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