Autunno 2018. Riccione. Nella sala teatrale “Spazio Tondelli”, tutto è pronto per la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo “Coro di donna e di uomo”, recital a due voci intepretato dagli attori Barbara De Rossi e Francesco Branchetti, realizzato in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Seduto in platea, in prima fila, un gruppo di allievi del corso di recitazione, indetto dal teatro stabile romagnolo, ascolta l’attrice rievocare, attraverso le domande rivoltele dai cronisti e dal pubblico, i suoi esordi. “Sì, è vero. Devo i miei inizi e la mia carriera a un concorso di bellezza…La minifestazione si chiamava : “Miss Teenager” e, nel 1976, l’anno in cui ho partecipato e vinto, il presidente di giuria era il regista Alberto Lattuada. Lui mi aveva notata in quella occasione e, dopo un anno, mi chiamò per un provino…Da lì a qualche mese, divenni la figlia di Marcello Mastroianni in “Così come sei””, racconta la De Rossi, prontamente interrotta dall’intervento di un’ aspirante attrice, alzatasi per chiedere la parola. “Salve, signora De Rossi, mi chiamo Cecilia e studio recitazione…Scusi, se mi permetto, non vorrei sembrarle inopportuna, ma a me sembra ci sia un’incoerenza evidente tra le scelte iniziali della sua carriera e l’impegno in difesa della dignità delle donne di questi ultimi anni…Insomma, un concorso di bellezza esalta solo le qualità fisiche di una ragazza, ma non la sua intelligenza!…Quindi, vorrei fosse un po’ più chiara : consiglierebbe o no a una giovane attrice di parteciparvi?…”, chiede, obiettando, la giovane attrice. “Sì, ha ragione. Apparentemente può sembrare incoerenza , ma, in realtà, non lo è!… Infatti, al termine di quell’esperienza, ho iniziato a studiare seriamente recitazione…”, ribatte l’attrice, precisando: “Quando ho partecipato al concorso ero molto giovane, avevo sedici anni…per me, si trattava di un gioco…poi, crescendo, ho capito l’impotanza del talento e dello studio…Talento e preparazione sono indispensabili per fare questo lavoro…Essere belle aiuta, ma la bellezza passa e ,se non hai niente da dire, il pubblico se ne rende conto e difficilmente ti concede la sua attenzione!…A un certo punto, bisogna andare oltre, altrimenti si rischia davvero di tramutarsi in un oggetto, utile solo ad appagare la curiosità maschile…Insomma, sia che lei diventi attrice e, glielo auguro, sia che intraprenda un’altra professione, si sforzi sempre di andare al di là dell’immagine…coltivi piuttosto la sua anima e la mente, perché, vede, essere donna e attrice è una questione di testa!…”.
“Per interpretare e vivere questo lavoro, bisogna usare la testa”. Così, l’attrice Barbara De Rossi, qualche tempo fa, a proposito delle caratteristiche necessarie per svolgere la carriera di attrice. Nata a Roma il 9 agosto del 1960 da una famiglia medio-borghese, cresce insieme con il fratello a Rimini. Vincitrice nel 1976, appena sedicenne, del concorso di bellezza “Miss Teenger”, nel corso della manifestazione viene notata dal regista Alberto Lattuada, presidente della giuria, che l’anno successivo, la convoca a Cinecittà, per un provino, scegliendola per interpretare ruoli secondari, ma sigificativi, nelle sue pellicole: “Così come sei” (1978) e “La cicala”(1980). Protagonista nello stesso periodo e fino al 1982 dei fotoromanzi pubblicati dalla casa editrice “Lancio”, ottiene una vasta popolarità recitando, proprio nel 1982, nella serie televisiva di Rai Uno, diretta da Franco Rossi, “Storia d’amore e d’amicizia”, cui seguono ancora partecipazioni di rilievo a film e a commedie d’autore come: “I Paladini: Storia d’armi e d’amori”di Giacomo Battiato e “Son contento” di Maurizio Ponzi. Dimostrato il suo talento nell’intensa interpretazione della marchesa eroinomane “Titti Pecci Scialoia”, nella prima edizione della serie Rai “La piovra” di Damiano Damiani, conquista la ribalta internazionale, grazie alla quale, nel 1985, gira altre due serie Rai: “Quo vadis?” di Franco Rossi e “Io e il duce” di Alberto Negrin. Tornata sul grande schermo, con pellicole “impegnate” (“Mamma Ebe”di Carlo Lizzani, presentata alla Mostra del Cinema di Venezia ) e horror-Thriller (“Caramelle da uno sconosciuto” di Franco Ferrini, “Vado a riprendermi il gatto” di Giuliano Biagetti e “Nosferatu a Venezia” di Augusto Caminito), nel 1989 veste i panni di una professoressa delle Medie in lotta contro la ‘ndrangheta, nel film TV di Sergio Sollima “Uomo contro uomo”. Poi, trasferitasi momentaneamente in Francia per recitare nelle pellicole dei registi Jacques Rouffio (“L’orchestre rouge”) e Claude Chabrol (“Giorni felici a Clichy”), rientra dopo poco in Italia per prendere parte alle serie TV “Due madri” di Tonino Valerii e “Pronto soccorso” di Francesco Massaro. Raccolto, in seguito, un largo consenso di pubblico e di critica con l’interpretazione di una donna alcolizzata nelle mineserie televisive di Andrea e Antonio Frazzi “La storia spezzata” e “Storia di Chiara”, nel 1994 esordisce in un ruolo brillante nel film-commedia diretto da Simona Izzo “Maniaci sentimentali”. Volto di diverse serie televisive Rai e Mediaset, fra 1996 e il 2013, è protagoista di: “Dove comincia il sole”, di Rodolfo Roberti, “La missione” di Maurizio Zaccaro, “In fondo al cuore” di Luigi Perelli, “Cinecittà” di Alberto Manni, “Il pranzo della domenica” e “Un ciclone in famiglia” (entrambe di Carlo Vanzina), “Amiche” di Paolo Poeti, “La stagione dei delitti”di Caludio Bonivento, “Le tre rose di Eva”di Raffaele Mertes e Vincenzo Verdecchi, “Pupetta-Il coraggio e la passione” di Luciano Odorisio e “L’onore e il rispetto-Parte quarta” di Luigi Parisi e Alessio Inturri. Esordito anche in palcoscenico con la commedia : “L’anatra all’arancia” di William Douglas-Home e Marc-Gilbert Sauvajon , portata in scena al fianco di Marco Columbro, dal 2010 al 2017, presenzia a numerosi talent-show televisivi Rai e Mediaset, sia in veste di concorrente che di giudice (“Ti lascio una canzone”, “Ballando con le stelle”, “Tale e quale show” , “Notti sul ghiaccio” e “Selfie-Le cose cambiano”). Conduttrice attenta e sensibile di trasmissioni dedicate al tema della violenza contro le donne (“Amore criminale”, in onda su Rai Tre e “ll Terzo indizio”, su Rete Quattro), di recente, è tornata sul set , per girare fiction come “Il bello delle donne…alcuni anni dopo” di Eros Puglielli, e in teatro, per recitare in pièce (“Medea”) , commedie (“Il Bacio”) e spettacoli incentrati sul tema del femminicidio (“Coro di donna e uomo”). Sposatasi due volte , la prima con Anderea Busiri Vici e la seconda con il ballerino e coreografo Branko Tesanovic, padre dell’unica figlia, Martina, dal 2015 è legata a Simone Frantini, modello e imprenditore fiorentino. A chi le chieda cosa le abbia regalato e cosa le abbia tolto il mestiere di attrice, risponde: “Partiamo da quello che mi ha regalato: l’incontro con la vita e la maturazione. La possibilità di arricchirsi continuamente di rapporti con le persone con le quali si lavora e con i personaggi che si affrontano, permette di intraprendere dei viaggi interiori in altri mondi, altre personalità e storie, che ti lasciano sempre qualcosa di interessante addosso. Questa è la magia del lavoro di attore. Ciò che mi ha tolto , invece, sono diverse cose , tra queste , il tempo. A volte, ho avuto la sensazione che mi togliesse il tempo da dedicare a me stessa. Ho passato tutta la mia vita a lavorare e a crescere mia figlia e non ho affinato altre cose, che mi sarebbe piaciuto fare…Così come mi ha tolto la possibilità di non essere giudicata. Subire il giudizio, quando è gratuito, e a volte anche cattivo, è qualcosa che ferisce. In questo mondo, che ha perso molto nei valori e nel rispetto dell’essere umano, i personaggi dello Spettacolo, più di chiunque altro, sono alle mercè di una serie di cattiverie infinite…”.
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