Categories: Cronaca

astava chiudere per 30 giorni Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna, ora saremmo tutti al mare

Il governo Conte è uno di quei governi che non sa prendere decisioni. Lo dimostra il fatto che ha dovuto mettere 450 esperti per scrivere cosa fare. Va anche bene che ci siano degli esperti, ma è sempre la politica che deve saper decidere. Finora non ha saputo decidere, ieri sera la stragrande maggioranza degli italiani non ha capito nulla di ciò detto in conferenza stampa. Una fase due che non ha né testa né coda. Col virus dobbiamo conviverci, va bene, ma non si può fare scelte senza senso. Con il coronavirus paghiamo lo scotto di una mala gestione della nazione a partire dal dopoguerra in poi.
Concentrare tutte le ricchezze industriali al nord è stato un grande errore del dopoguerra. Ora che è comparsa una nuova epidemia da virus uguale alla spagnola, paghiamo a caro prezzo la potenza economica del nord. Si riapre solo per non far morire quel tessuto socio-economico che è il Pil dell’Italia, trascinandosi dietro tutta la nazione. Il Coronavirus è una lezione da tenere bene in mente. Al nord i contagi sono ancora alti, quindi il 4 maggio non è la ripartenza, è semplicemente una prova per capire dove possiamo andare. Se ritornano con forza i contagi al nord, con la stessa prepotenza iniziale, questo paese ha ben poco da sperare, poiché gli errori del dopoguerra li pagheremo tutti, dal primo all’ultimo.
Quello che non si capisce, è perché un governo non è riuscito ad avere una tale autorevolezza decisionale tanto da chiudere, sin dall’inizio, le regioni più colpite dal contagio. Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna, erano quelle che mettevano a rischio l’intera nazione. Wuhan aveva fatto scuola, eppure nessuno ha preso atto che andava chiuso tutto dopo il primo caso di Codogno e Vò euganeo, per evitare il blocco totale della nazione. Invece si è proceduto a tentoni, talmente lentamente, che dopo pochi giorni è scoppiato il grande contagio. Anche nelle settimane successive, il governo e i governatori delle regioni interessate non hanno adottato provvedimenti in tal senso. Il tempo perso inizialmente ha causato enormi danni. Ma ancora oggi, a distanza di quasi sessanta giorni di quarantena, al nord la situazione non è migliorata per niente, perché i numeri sono ancora altissimi. Continuare a dire riapriamo tutto solo per amore dell’economia del nord, rischia di trascinare il paese nel baratro.

Redazione

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