ROMA- In quella disfatta di ieri l’unico che né esce da signore è Silvio Berlusconi. Non solo, invita Renzi ad andare avanti insieme affinché si costruisca la legge elettorale che serve ad andare al voto, e impedisca a quei piccoli partiti di poter ancora ostacolare i processi legislativi. Sì, perché con la disfatta sulla legge elettorale gli unici che gioiscono sono i partitini che a nulla servono.
Ma Berlusconi avverte Renzi di proseguire perché nel suo partito ci sono due nemici che ostacolo il percorso di cambiamento e sono, a suo giudizio, due nomi e due cognomi che gli sono alquanto familiari: Giorgio Napolitano e Romano Prodi. Berlusconi mette in guardai il segretario del PD da questi due nomi, che con le loro uscite mediatiche, stanno affossando, riuscendoci, il percorso della nuova legge elettorale.
Va detto, per dovere di cronaca, che la legge elettorale era pasticciata, ma in parlamento si potevano apportare tutte le modifiche giuste per poterla approvare in tempi rapidi. La legge elettorale così congegnata gli consente di puntare a una golden share nel prossimo governo e in più, senza preferenze, consentendo a Berlusconi di decidere chi saranno gli azzurri che entreranno in Parlamento al prossimo giro, evitando, di fatto, anche un accordo con la lega di Salvini. Ma è chiaro che già da questa mattina bisogna riprendere il dialogo spezzato ieri, e far sì che si possa ritornare ad aprire un dialogo per mettere in ordine alla legge elettorale ritornata in commissione.
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