In giro incominciano ad esserci troppi folli che già parlano di riapertura. Follia pura, poiché ci troviamo davanti un virus sconosciuto, che ancora oggi molti studi scientifici stanno approfondendo la sua natura e la sua diffusione così rapida. Quindi certezze non ce ne sono, come si fa a parale di riapertura con il rischio di un contagio più diffuso di quello che stiamo vivendo?
Anche il capo della protezione civile è molo scettico in merito. Grazie al rallentamento dei contagi da coronavirus gli ospedali respirano- ha detto il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, secondo cui “le strutture sanitarie si stanno alleggerendo di sacrifici straordinari” e ciò “ci permette di gestire l’emergenza con minore affanno”. Per questo per Borrelli “dobbiamo andare avanti con massimo rigore. Da qui al 16 maggio potremmo avere risultati positivi che ci consentirebbero di aprire la fase 2”.
“Bastano un paio di giorni di notizie abbastanza positive, bastano provvedimenti che sembrano andare in un senso più liberale e più aperto e la gente pensa immediatamente che sia finito tutto. Ma non è finito niente, siamo ancora nel bel mezzo dell’epidemia. Iniziare a scendere come nuovi numeri di contagiati è la parte più difficile e non possiamo allentare la presa”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a ‘Mattino Cinque’.
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