Primavera 1997. Los Angeles. Nella sua abitazione, il pianista, compositore, arrangiatore e produttore Burt Bacharach, lavora alla composizione di una canzone insieme con il cantautore, compositore e chitarrista Elvis Costello, che, seduto al pianoforte, cerca una nuova linea melodica per proseguire la scrittura del brano.
“No, no, no…non ci siamo!…Eppure, mi sembrava che con questa nota la canzone acquistasse un altro respiro…e , invece, una volta riascoltata, mi sono accorto che non funziona…No, non ce niente da fare, non funziona , non funziona proprio!…Se solo riuscissi a capire, a intuire la nota, il passaggio giusto, potrei chiudere almeno la prima strofa e il ritornello…ma proprio non ci riesco, non mi viene, non mi viene proprio in mente!…”, si dispera ,Costello, gettando all’aria, con un gesto repentino, lo spartito.
“Oh, andiamo , Elvis…un grande artista come te, non può disperarsi così!…L’ispirazione, si sa, è un po’ come la Luna : ha le sue fasi!…E questa è una fase calante!…ma è una fase, appunto!…E poi, mi sembra che non ci sia alcuna fretta, no?!…Abbiamo ancora un mese prima dell’uscita del disco…Adesso, sai cosa facciamo?…mi siedo al pianoforte insieme a te e giuro che non ci alzeremo da qui, finché non avremo trovato questo passaggio chiave, ovvero : il raccordo giusto per la seconda strofa!…”,promette Bacharach, cercando di rassicurare il collega musicista.
“ Ti ringrazio, Burt, ma è inutile!…Io mi conosco…quando la mia ispirazione si blocca , posso metterci anche intere settimane per concludere un pezzo…e questo, purtroppo, è uno di quei momenti senza ispirazione!…”, esclama, Costello, alzandosi dal pianoforte per raggiungere la grande finestra con vista su un arioso giardino pieno di fiori di lavanda e di ortensie.
“Elvis, ma perché ti sei alzato dal pianoforte ?, ci eravamo ripromessi di non muoverci da qui, se prima non avessimo finito di comporre il brano…Cos’è che stai facendo?…”,chiede Bacharach a Costello, che, repentino, risponde: “Guardo la natura, aspetto che mi ispiri, almeno lei!…”.
Poi, trascorsa una manciata di minuti, il silenzio viene rotto da una melodia, suonata al pianoforte da Bacharach, che interseca una commistione di suggestioni e generi musicali.
“Burt, ma cos’era quello che ho appena ascoltato?…non dirmi che è quello che penso?…non dirmi che è la melodia che manca alla nostra canzone?…La trovo semplicemente perfetta!…è proprio quello che cercavo musicalmente!…Bravissimo, amico mio, l’ho sempre detto che sei un genio!…”, commenta entusiasta Costello, continuando: “Tu hai la straordinaria capacità di rendere una melodia, memorabile, di renderla un’intuizione folgorante…Le tue note, Burt, sono come fiori che sbocciano di colpo!…”.
“Oh, amico mio, non esageriamo: diciamo che una parte di queste intuizioni è dovuta alla fortuna, al caso, a un’energia misteriosa che c’è nell’universo ,e , un’altra parte, è frutto degli studi, delle mie esperienze , delle mie sedimentazioni musicali…insomma, vista l’età, posso tranquillamente definirmi un “archivio musicale vivente”!…”, si schermisce ironico, Bacharach.
“Ma cosa dici, Burt, ma a quale età ti riferisci?…la tua musica , non ha età, è una musica che non invecchia, è un sempreverde!”, tesse le lodi del collega, Costello,aggiungendo “…Le tue melodie sono sofisticate e, al tempo stesso, semplici…direi: pop, un pop sublime!…”.
“Grazie mille per i complimenti, caro Elvis!…”, esclama Bacharach, chiosando: “Non so se sia proprio così, come dici!… Io, so solo che mi piacerebbe che la mia musica addolcisse il cuore di chi l’ascolta, facendogli sentire dentro un’emozione mai provata prima!…”.
“Racconta Costello , a proposito del modo di lavorare di Burt Bacharach, per intuizioni folgoranti che gli facevano materializzare sui tasti del pianoforte idee semplici, ma memorabili (i brani catchy: quelli che si insinuano in testa e non ti mollano più) , che un giorno stavano lavorando assieme a I still Have That Other Girl. Un brano che si sarebbe aggiudicato il Grammy Award del ’98. La canzone non va avanti, Costello è bloccato e guarda fuori dalla finestra. Bacharach mette le mani sul piano e tira fuori un profilo melodico di un’eleganza “viennese”. Per fortuna, il registratore era acceso, ma a risentirla, la melodia è quasi coperta dalle grida di gioia di Costello, allibito da quel fiore sbocciato di colpo. Bacharach era un archivio vivente di sedimentazioni musicali: sotto le sue dita erano passati il cool jazz elegante della West Coast, il Bebop, la misteriosa, complessa leggerezza dei creatori degli standard di Broadway, il Brasile della bossa nova”. Così, scrive il giornalista Guido Festinese in un articolo pubblicato su “Il Manifesto”, a proposito della collaborazione tra il cantautore, compositore e chitarrista Elvis Costello e il pianista, compositore, arrangiatore e produttore discografico Burt Freeman Bacharach, scomparso l’8 febbraio.
Nato a Kansas City, il 12 maggio 1928, da Irma e Bert Bacharach, coltiva sin da piccolo, grazie alla madre, la passione per il pianoforte, passione che decide di trasformare in una professione, studiando Musica all’Università McGill e alla Mannes School of Music.
Quindi, diplomatosi, fra gli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, intraprende la carriera di pianista e arrangiatore, dirigendo la formazione che accompagna l’attrice e cantante Marlene Dietrch nelle sue esibizioni. La svolta però, arriva solo nel 1957, quando compone, in qualità di autore, le canzoni, “The story of my life” , interpretata da Martin Robbins e scritta con Hal David, con il quale inizia un sodalizio artistico durato vent’anni, e “Magic Moments”, cantata da Perry Como, che si aggiudica il disco d’oro della RIAA, nuovo riconoscimento allora istituito.
Trovata la sua interprete ideale nella cantante Dionne Warwick, fra il 1963 e il 1973, firma con lo stesso Hal David una serie di hit di successo, quali: “Anyone Who Had a Heart”, “Walk On By”, “Do You Know the Way to San Jose”, “I Say a Little Prayer”, “Raindrops Keep Fallin’ on My Head” e “What the World Needs Now Is Love”, nelle quali fonde i generi pop e soul con la vocalità gospel.
Composte canzoni, cantate fra gli altri dai Beatles, Aretha Franklin , Tom Jones, B.J. Thomas, Dusty Springfield, Herb Alpert, Luther Vandross e i “Drifters”, nel 1967 , esordisce nel genere della musica da Cinema, realizzando il brano “The look of Love”, cantato da Dusty Springfield,
colonna sonora del film “James Bond 007-Casino Royale” di Val Guest, Ken Huges, John Huston, Joseph McGrath, Robert Parrish e Richard Talmadge.
Non solo pop, però, nel repertorio di Bacharach. Molte delle canzoni da lui composte, infatti, sono adattate in chiave jazz da artisti, quali: Stan Getz, Cal Tjader e Wes Montgomery,mentre il brano “My Little Red Book”, composto con Hal David, viene inciso da Manfred Mann per la colonna sonora della pellicola “Ciao Pussycat” di Clive Donner, e poi ripresa successivamente, nel 1966, dal gruppo rock dei Love.
Il 1968, invece, è l’anno della collaborazione di Bacharach e Hal David con il produttore di Broadway David Merrick, per la composizione del musical “Promises, Promises”, ma il grande successo arriva nel 1969 con la canzone “Raindrops Keep Falling on My Head”, scritta per la colonna sonora del film ”Butch Cassidy” diretto da George Roy Hill.
Gli anni Settanta, cominciati con la scrittura di una nuova colonna sonora per la pellicola “Orizzonte perduto” di Charles Jarrott, remake dell’omonimo film di Frank Capra del 1937, accolta tiepidamente da pubblico e critica, vedono la rottura del sodalizio artistico tra i due e con Dionne Warwick, circostanze in seguito a cui intraprende diversi progetti tra cui la registrazione del disco “Futures”, pubblicato nel 1977.
Nel decennio Ottanta, separatosi anche dalla seconda moglie, l’attrice Angie Dickinson, (nel 1953 aveva sposato la prima moglie, l’attrice Paula Stewart) inizia una collaborazione con la catautrice, Carole Bayer Sager, divenuta nel 1982 la sua terza moglie, con la quale compone fino ai primi anni Novanta le hit: “Arthur’s Theme(Best That You Can Do) (Christopher Cross), “Heartlght (Neil Diamond), “Making Love” (Roberta Flack), “On My Own(Michael McDonald con Patti LaBelle) e “That’s What Friends Are For”, brano inciso nel 1985 da Dionne Warwick, ritrovata dopo un periodo di separazione artistica.
Il sodalizio con la compositrice e autrice Bayer, però, giunge presto al capolinea, così come il rapporto amoroso con quest’ultima: i due infatti, si separano nel 1991, e nel 1993, Bacharach incontra e sposa Jane Hanson, dando vita a una nuova primavera musicale.
Nel 1995, infatti, inizia una collaborazione con il cantautore, compositore e chitarrista britannico, Elvis Costello, con il quale realizza nel 1998 il disco “Painted from Memory”, per poi alternare alla composizione di musiche partecipazioni a spettacoli cinematografici e televisivi, tra cui i tre film di “Austin Powers”, diretti da Jay Roach, basati sui personaggi ideati dal comico Mike Myers ,con temi musicali ispirati al suo repertorio.
Vari e numerosi gli incontri e gli scambi artistici avuti dal compositore e musicista ,fra la fine degli anni Novanta e il Duemila, con artisti quali: Ornella Vanoni, Neil Diamond, Roberta Flack, Ray Parker Jr., Patti LaBelle, Barbra Streisand , Natalie Cole e la cantautrice e pianista jazz Chiara Civello, con cui nel 2005 compone la canzone “Trouble”.
Apparso nel 2008 al Festival BBC Eletric Proms alla Roundhouse con la BBC Concert Orchestra, nello stesso anno ,si esibisce in spettacoli alla Walt Disney Concert Hall con la Sydney Symphony Orchestra e viene insignito del premio Grammy Award alla carriera.
Tornato all’antico amore per la composizione, nel 2009 , Bacharach, scrive le musiche per le canzoni: “Somthing that Was Beautiful”, interpretata dal cantante Mario Biondi e “Come ogni ora”, presentata in gara alla Cinquantanovesima edizione del Festival di Sanremo, nella categoria “Giovani”, dalla cantante Karima, classificatasi al secondo posto, raccogliendo consensi di pubblico e di critica, tali che , nel giro di poche settimane, raggiunge il quarto posto tra i singoli più scaricati in Italia.
Vincitore di Grammy Awards e premi Oscar, negli ultimi anni di vita e di carriera ,Bacharach, dirada le sue apparizioni pubbliche, dedicandosi alla famiglia e ai suoi quattro figli, senza però rinunciare alla realizzazione di album, concerti, esibizioni pubbliche e alla composizione musicale: proprio nel marzo di quest’anno, infatti, dovrebbe essere pubblicato “The Songs of Bacharach & Costello” , cofanetto che raccoglie i brani realizzati dai due musicisti nel corso della loro collaborazione, in versione rimasterizzata, altri duetti, materiale inedito e registrazioni dal vivo.
Spentosi per cause naturali ,l’8 febbraio, nella sua abitazione di Los Angeles, all’età di novantaquattro anni, a dare la notizia della sua scomparsa è stata la sua agente, Tina Brausam.
Di lui, nel luglio del 2004 , in occasione della chiusura del suo tour europeo a Roma, presso l’Auditorium, scriveva il giornalista Paolo Gallori, sul quotidiano La Repubblica: “Nel tempio romano della cultura musicale “alta”, Burt porta un pezzo della sua storia per ricordare a tutti da dove è partito per arrivare fin lì: il pop. Quello dei primi anni Sessanta, il Brill Building, la fabbrica newyorkese della canzone, dove i songwriter di professione limarono le asperità del primo rock’n’roll, piegandolo alla disciplina della strofa e del ritornello e addolcendone immagine, tematiche e sonorità. Ma il merito di Bacharach è di essere andato oltre quegli schemi su cui l’industria costruì autentici imperi. Lui diventò il crocevia del dialogo tra eleganza formale e anima black, scegliendo in Dionne Warwick non solo la sua interprete principe , anche la sua nemesi. Burt sfiorò la bossa nova e il jazz, ma solo quanto bastava a far risaltare la sua melodia di nuovi colori. Riuscendo infine a lasciare sulla musica USA, persino nei difficili e turbolenti anni della contestazione, l’imprinting di un formidabile inventore di temi musicali attento ai moti “di dentro”.
Compositore appassionato, fantasioso, istintivo e originale, quanto rigoroso, in una delle sue ultime interviste all’Associated Press, nel 2018, Bacharach aveva detto sulla musica: “La musica addolcisce il cuore, ti fa sentire qualcosa; se è buona, porta dentro un’emozione che potresti non aver mai provato prima. E’ qualcosa di molto potente, se l’hai dentro il tuo cuore. La musica è ed è sempre stata una terapia. Sapesse quante volte il mio cielo è tornato limpido mettendomi al pianoforte!”.
N.B. Si precisa che i fatti raccontati sono frutto di una ricostruzione fantasiosa della giornalista , pur traendo spunto da dati biografici reali.
Per la biografia, citazioni e fonti: Wikipedia, articoli: “Bacharach, lacrime che fanno storia” di Paolo Gallori,“La Repubblica” del 20 luglio 2004 , “Addio Burt Bacharach, maestro artigiano” di Guido Festinese , “Il Manifesto” del 10 febbraio 2023. Intervista ad Associated Press del 2018.