NAPOLI- La banca d’Italia ha illustrato i numeri sull’economia campana. Tutto bene, la Campania sta benissimo. Potete gioire e non preoccupatevi più: l’occupazione è aumentata di sedicimila unità, ma la disoccupazione giovanile aumenta ed è grave. Secondo Banca d’Italia, l’aumento dell’occupazione ha inciso positivamente sui redditi delle famiglie e, di conseguenza, sui consumi. Ma!!! Infatti , resta ancora il peso dell’eredità della crisi che fa segnale tassi di disoccupazione elevati, soprattutto giovanile e un’incidenza della povertà assoluta superiore al resto d’Italia. We, mettetevi d’accordo, altrimenti usciamo pazzi.
Sempre secondo i dati di Banca Italia, le assunzioni dei lavoratori dipendenti sono state 16mila, un dato che indica il proseguimento del processo di stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Il 60% di chi perde il lavoro trova nuova occupazione nel giro di 3 anni. Il tasso di disoccupazione è pari al 20,4%, quella giovanile, anche se in diminuzione rispetto al 2015, si attesta al 49,9%, superiore alla media nazionale del 37,8%.
È chiaro a tutti che sulla scorta di questi numeri c’è da riflettere, poiché prendono in considerazione la maggior parte di lavoratori che non sono stabilizzati definitivamente, ma fanno parte di quel pacchetto di lavoratori precari, con contratto a scadenza, che comunque fanno lievitare i dati dell’occupazione. Il lavoro stabile, quello per intenderci che ti consente di progettare il futuro, non c’è.
Una persona che perde il lavoro e lo trova in un giro di tre anni, la dice lunga, poiché l’individuo dovrebbe reggere il peso delle tasse, delle spese di famiglia, mangiare e bere, per tre lunghi anni prima di trovare un nuovo lavoro, forse precario, che dopo pochi mesi lo fa ritrovare nella stessa condizione di prima. Per questo soggetto, se non sopraggiunge prima la morte, forse si salverà. Cosa assai difficile in una regione dove il lavoro è inesistente, e quel poco che c’è, è sotto forma di schiavismo legalizzato.