Categories: Cronaca

Capotreno denunciato perchè non è mai stato accoltellato nel treno

LODI-La polizia di stato di lodi ha denunciato il capotreno che in data 19.07.2017, alle ore 7.12 circa, sul treno r 20410 (piacenza – milano g.p.) che aveva segnalato di aver subito un’importante aggressione, presso la stazione ferroviaria di santo Stefano Lodigiano (lo), da parte di un passeggero, mostrando un coltello ancora infilato nel palmo della mano destra tra il dito indice ed il pollice.
Nella circostanza il capotreno riferiva che approssimatosi al giovane che gli porgeva le spalle e scuoteva il corpo in modo compulsivo – al solo fine di accertarsi che lo stesso non necessitasse di aiuto – vedeva il medesimo voltarsi verso di lui, estrarre dalle tasche un coltello a scatto e tentare più volte di attingerlo al ventre. Nel tentativo di proteggersi il capotreno riferiva di aver allungato istintivamente la mano destra venendo trafitto.
Il capotreno dichiarava di aver reagito colpendo con una gomitata al volto l’aggressore che dopo aver spiombato la porta anteriore di accesso alla seconda carrozza del convoglio, disposta sul lato destro (interbinario), approfittando della ridotta velocità del convoglio prossimo ad effettuare la fermata presso la stazione di santo stefano lodigiano, discendeva sulla sede ferroviaria facendo perdere le proprie tracce.
Il capotreno veniva soccorso a codogno e trasportato presso il locale nosocomio dove gli veniva estratto il coltello dalla mano e dimesso successivamente con una iniziale prognosi di giorni 15 in attesa di ulteriori accertamenti circa eventuali danni permanenti. Sul posto interveniva anche personale della polizia scientifica e della squadra mobile di questa questura.
Al capotreno veniva sottoposta la visione di un album fotografico, contenente alcune foto di persone con caratteristiche fisiche simili a quelle da lui descritte e di persone conosciute quali abituali frequentatori della tratta piacenza-milano, riconoscendo l’aggressore in un cittadino ghanese che alle successive ore 20.10 veniva fermato presso la stazione ferroviaria di lodi ed accompagnato presso questi uffici per l’identificazione essendo sprovvisto di documenti.
Non emergendo riscontri oggettivi di responsabilità nei confronti del cittadino ghanese ed avendo anzi gia’ riscontrato alcune incongruenze nel racconto dei fatti denunciati dal capotreno, lo stesso veniva rilasciato in accordo con l’a.g. procedente.
Le successive indagini, anche di carattere tecnico, condotte con la collaborazione di personale del posto polfer di lodi e del compartimento polizia ferroviaria lombardia di milano, facevano propendere per una simulazione di reato da parte del capotreno.
La visione dei filmati del sistema di videosorveglianza della stazione ferroviaria di santo stefano lodigiano permetteva di verificare che, all’arrivo del treno presso la stazione, dal momento dell’apertura della porta anteriore di accesso alla seconda carrozza del convoglio, disposta sul lato destro (interbinario) alla successiva chiusura effettuata dal macchinista nessuno era sceso dal treno.
Il capotreno veniva nuovamente convocato presso questi uffici dove in un primo momento confermava la sua versione dei fatti ma successivamente, posto davanti all’evidenza, ammetteva di essersi inventato l’episodio dell’aggressione e di essersi autoprocurato le lesioni con un proprio coltello.
Il capotreno motivava il gesto con lo stato di esasperazione a cui era giunto dopo diversi episodi in cui, durante il controllo sui treni, persone prive del titolo di viaggio lo avevano più volte insultato e minacciato. In particolare conosceva il ragazzo di colore individuato quale persona che viaggiava spesso su quella tratta e trovato sempre privo del titolo di viaggio con il quale aveva avuto precedenti alterchi, l’ultimo dei quali il giorno precedente alla messinscena, quando il ragazzo a suo dire lo avrebbe minacciato di morte se lo avesse ancora disturbato.
Informata l’autorita’ giudiziaria, interveniva presso questi uffici per procedere ad interrogatorio del capotreno in presenza del difensore e lo indagava in stato di liberta’ per il reato di calunnia art.368 c.p.

Redazione

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