ROMA- Sono momenti difficili che i carabinieri non riescono a tenere a bada. I militari tentano di mantenere a bada una banda di antifascisti presenti alla manifestazione di Piacenza, ma la situazione precipita e viene dato l’ordine di dietreggiare. Mentre i carabinieri tentano di fuggire uno di loro, Il brigadiere capo Luca Belvedere, inciampa e cade a terra. Tenta più volte di rialzarsi, ma gli antifascisti dei centri sociali, in un attimo, gli sono addosso. A Luca, padre di famiglia e tutore della legge, sabato è andata male. Di fronte a quella folla di giovani incappucciati e armati di spranghe non ha indietreggiato. A lui, che fa parte del Quinto battaglione «Emilia Romagna» e che è di stanza a Bologna, la trasferta è costata cara: una spalla rotta e diverse contusioni. L’altro ieri a Piacenza era lì, come sempre, tra blindati e celerini a fare il suo lavoro, quello di tutti i giorni, quello di un padre di famiglia che per portare a casa lo stipendio è anche disposto a prender botte.
Belvedere è inciampato ed è caduto, perdendo lo scudo. Ha cercato di proteggersi per come poteva, ma era sotto una gragnola di pugni e calci dati dappertutto. Il carabiniere era preoccupato per la pistola, perché in questi casi può esserci sempre uno scarmanato che in preda all’esaltazione possa prendersi la pistola e fare una strage, così il carabiniere ha protetto l’arma accusando i colpi. Poi è riuscito ad alzarsi liberandosi dalla furia dei giovani dei centri sociali, è fuggivo via protetto dai suoi colleghi. A pochi metri da lì c’erano dei poliziotti e dei vigili urbani che lo hanno accompagnato a una loro auto di servizio. È stato portato all’ospedale di Piacenza, dove è stato soccorso inizialmente. Ieri il trasferimento a Bologna. Dovrà essere operato alla spalla fratturata.