Sulla situazione covid. “Siamo
un po’ turbati perché si leggono notizie e si vedono numeri che sicuramente non
piacciono rispetto all’idea che avevamo di assoluta tranquillità nel periodo
estivo –ha affermato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto
ai microfoni di Radio Cusano Campus- Se parliamo di nuovi casi giornalieri,
siamo intorno ai 1400 casi al giorno che è un numero gestibile e non sta
determinando alcun impatto a livello ospedaliero. Ribadiamo la necessità di
aumentare il numeri di tamponi e di sequenziamento, di accelerare la
vaccinazione degli anziani. La situazione è nota da qualche settimana, sentire
che solo adesso ci sarà una cabina di regia per discutere di questo dispiace.
Dobbiamo ricordarci che noi oggi stiamo vedendo
numeri che riflettono la situazione di 3 settimane fa. Sono ancora troppi gli
over 60 non vaccinati, che cosa si sta aspettando?”.
Sui parametri per i colori delle Regioni. “Quando ci si avvicina ad un periodo di maggiore circolazione del virus con un minore impatto sugli ospedali, si rischia la zona gialla, motivo per cui le Regioni chiedono di modificare i parametri, ma questo non significa che non si debba potenziare il tracciamento. Se il sistema di colori è tarato in come primo parametro sull’incidenza settimanale è evidente che alcune regioni rischiano la zona gialla”.
Sulla scuola. “Ancora una volta ci avviciniamo al prossimo anno scolastico con l’ipotesi della didattica a distanza. Non c’è stato alcun potenziamento strutturale. Si puntava sui vaccini nella fascia 12-19, ma ad oggi 3 su 4 non hanno ricevuto una dose di vaccino. Sembra un dejavu arrivare a settembre con l’ipotesi di utilizzare la dad quando abbiamo avuto tutto il tempo di prepararci. Si ragiona giustamente di riaprire tutto, ma possibile che la scuola debba essere sempre l’ultima ruota del carro?”
Sullo stop alle consegne di Astrazeneca e J&J. “Il problema fondamentale è che queste sospensioni di consegne è legato al fatto che non stiamo utilizzando le dosi di Astrazeneca e di J&J. E’ evidente che in un’ottica di redistribuzione globale di vaccini, se un Paese non utilizza certi vaccini vengano inviati in altri Paesi. Di fatto adesso la campagna vaccinale è diventata mrna dipendente, direi Pfizer dipendente”.