Categories: Cronaca

Caso Noemi, un po’ di rispetto per chi la vita l’ha persa

ROMA- Non scendo nei particolari di questa triste vicenda, quella che ha visto una ragazzina essere uccisa con una brutalità inaudita. Ci sono dei particolari inquietanti che devono far riflettere: una ragazzina che credeva di amare, un ragazzo con evidenti problemi che ha ucciso, nell’insieme due vite spezzate. Dietro ci sono denunce e una situazione alquanto paradossale.
C’è da dire che alla fine mi rendo conto che mancava il ruolo centrale della famiglia, che ha sì messo in guardia la ragazza, ma nello stesso momento ha lasciato fare tutto quello che voleva. È una considerazione che mi esce dall’anima, perché tutto quello che si sta leggendo su questa vicenda pone dei seri interrogativi. Innanzitutto il ruolo centrale del tribunale dei minori, che ancora una volta ha dimostrato di avere delle carenze al suo interno, ed ha fatto bene il ministro della giustizia a volerci capire cosa non abbia funzionato.
I fatti dovranno essere chiariti del tutto, e tutti si augurano che sia così, anche perché bisogna dare delle risposte concrete a questo dramma. Ma credo che delle responsabilità ci sono e vanno tirate fuori. Però da quello che si conosce ci sono state denunce dirette al ragazzo, dove, però, c’è stata una carenza nel valutare la situazione del giovane e anche della ragazza.
In due trasmissioni i genitori dei due giovani si sono accusati a vicenda. Un balzello di accuse che dimostra come il ruolo degli adulti in questa storia è determinante. Il fatto increscioso è che dentro ci sono due giovani che avevano bisogno di aiuto concreto e non solamente a chiacchiere. Viene da dire che questa morte si poteva evitare se ci fosse stata massima attenzione da parte degli adulti. Niente è prevedibile, ma quando ci si trova davanti a situazione dove c’è il rischio concreto per la vita dei giovani, gli adulti sono tenuti a intervenire con determinazione. In questo caso gli adulti hanno temporeggiato fino a quando non è successo il dramma. Come detto ci sono responsabilità anche da parte del tribunale dei minori, che dietro a ripetute denunce doveva intervenite tempestivamente e capire fino in fondo come stavano i fatti. Anche perché c’era una situazione che andava monitorata che riguardava direttamente il giovane.
In questo dramma ci sono molte leggerezze. Le prime, vanno attribuite alle due famiglie, le seconde, alle istituzioni che dovevano prendere atto che c’era una situazione che andava studiata e risolta con provvedimenti capaci di riportare la serenità nei due ragazzi. Però in questo momento l’atteggiamento di diffamazione non è la strada giusta, perché ora bisogna avere rispetto per chi la vita l’ha persa, ed era una ragazzina con i suoi problemi, le sue debolezze, le incertezze, ma di sicuro la voglia di vivere non le mancava nonostante i tanti problemi che c’erano nella sua vita.

Redazione

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