Per essere un grande partito o movimento, bisogna avere una presenza nei territori ai massimi livelli. Quello che, purtroppo, non è il Movimento Cinque Stelle. Ormai si può dire senza remore, c’era una volta il M5S. lo stato attuale del movimento è una fuga dalle amministrative. Nei territori non c’è, o meglio, non esiste. Le elezioni amministrative, gli scontri, le divisioni e i sondaggi certificano la crisi stagnante in cui è sprofondato il partito fondato da Beppe Grillo. Basta guardare la consegna delle liste nei vari territori dove si va al voto il 3-4 ottobre, il grande assente è proprio il M5S. Nel 2016 furono presentate ben 251 liste in altrettanti Comuni, di cui diciotto capoluoghi, oggi è solamente un vecchio ricordo di un tempo in cui il movimento si presentava da solo, perdeva quasi dappertutto, ma ci metteva la faccia. In queste amministrative ci sono gli apparentamenti di Bologna e Napoli, dove il simbolo entra in coalizioni di centrosinistra, negli altri Comuni rischiano di perdere ancor prima di scendere in campo, e nei piccolo e medi comuni il movimento non presenta le listo o magari ha trovato casa in liste di cui non hanno nulla da spartire.
Dopo le vittorie di virginia Raggi e Chiara Appendino in due grandi città come Roma e Torino nel 2028, oggi il rischio concreto di andare in contro ad un flop già scritto, è sulla bocca di tutti, grillini compresi. A Roma, ad esempio, è scomparso il logo del M5S, sostituito da una lista civica. Infatti la Raggi partecipa con una lista civica quasi personale, ed è sostenuta da una serie di altre liste tra cui anche quella del movimento. Non solo, ha fatto scomparire il logo del 5 stelle da tutte le sue pagine.
Lo scenario di Roma è quello che porta il movimento ad essere non più quello delle scorse elezioni comunali nella capitale, ma una semplice lista in appoggio della candidata sindaco, che in futuro non avrà più nulla da spartire con il movimento, un po’ come successe a parma con Pizzarotti. In quel caso il sindaco di Parma fu rieletto, ed è quello che spera anche la Raggi a Roma. L’unico dato certo: il movimento non presentando le liste si è spento un po’ ovunque.