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Cesare Cadeo: “Un gentiluomo del piccolo schermo”

Inverno 1981. Milano2, quartiere di Segrate, comune a nord-est di Milano. Negli studi della neonata azienda televisiva Fininvest, all’interno del centro di produzione del Palazzo dei Cigni, è in corso una riunione per definire il palinsesto dei programmi della neonata emitettente, Canale5. Attorno a una scrivania orizzontale, direttore e vicedirettore di rete, in netto disaccordo, discutono animatamente. “No, non ci siamo!… Bearzot, non va bene!…è un calciatore, un allenatore, come può condurre una trasmissione?…non è mica un presentatore!…No, sarebbe una scelta azzardata e noi, che siamo agli inizi, non possiamo rischiare di essere battuti dalla concorrenza!…e poi, noi abbiamo una responsabilità : gli investitori, la pubblicità!…”, sottolinea con tono perentorio il direttore. “Sì, è vero, Bearzot è un atleta, un calciatore, ma è molto amato dagli appassionati di calcio e della Nazionale, di cui è l’allenatore, e questo garantisce una certo numero di telespettatori!…senza contare che , far condurre un programma tv a uno sportivo, sarebbe una vera e propria novità e potrebbe incuriosire il pubblico!…Altrimenti, potremmo optare per…”, s’interrompre, timoroso di avanzare la proposta, il vicedirettore, incalzato dal suo capo : “Potremmo optare per?…coraggio, concludi!…”. “Potremmo affiancare a Bearzot un inviato brillante, dai toni e dai modi garbati, un gentiluomo che, magari, attiri anche il pubblico femminile…Io, avrei già in mente un nome: Cesare Cadeo!…”, rivela il vice al direttore, che, per nulla contrariato, ma, anzi entusiasta, esclama: “Bene, benissimo!…Cadeo è l’uomo giusto!…ha già fatto l’inviato a bordo campo e poi rispecchia perfettamente lo stile della nostra azienda!…chiamiamolo subito!…”. “Sì, dovrebbe essere nel suo ufficio…lo faccio chiamare!…”, replica il vicedirettore.“Oh, caro Cadeo!…venga, entri, entri pure!…oggi è un giorno speciale per lei, sa?…”, annuncia il direttore, continuando : “Io e il vice, qui, Abbiamo da farle una proposta speciale…Lei, fino ad ora ha fatto l’inviato sui campi di calcio…e devo ammettere che ha dimostrato un certo stile…Per la prossima stagione, invece, avremmo pensato a lei per la co-conduzione di una trasmissione sportiva…Che dice, se la sentirebbe di affiancare l’allenatore Bearzot?…”. “Se me la sento?…certo, direttore!…io sono lusingato, emozionato, per il fatto che abbiate pensato a me!…”, conferma il suo assenso Cadeo. “Lei, Cadeo, mi rende davvero felice!…nella prossima settimana, allora, la chiamerà la mia segretaria per fissare un appunatmento e definire i dettagli…ora dobbiamo festeggiare!…Però, prima, se mi permette, dovrei farle un appunto!…”, si fa scuro in volto, il direttore, continuando : “Lei è un bravissimo affabulatore, persona distinta e gentile, ma ho notato che non indossa la cravatta…mi dirà: “E allora, cosa c’entra la cravatta?”…vede, la cravatta è un accessorio indispensabile per un conduttore, che, ogni giorno, come fosse un ospite, chieda il permesso di entrare, attraverso il televisore, nelle case degli italiani!…Si ricordi, Cadeo : lei , agli occhi del telespettatore, dovrà presentarsi sempre in maniera impeccabile!… impeccabile, come sa essere solo un vero gentiluomo : un gentiluomo del piccolo schermo!…”.
“Se n’è andato un gran signore e un vero amico”. Così, l’attore e conduttore Gene Gnocchi, ha ricordato sui Social, il giornalista e presentatore Cesare Cadeo, scomparso pochi giorni fa. Nato a Milano il 2 luglio del 1946, nei primi anni Ottanta inizia la sua carriera televisiva in Fininvest, neonata azienda televisiva fondata a Milano 2 dall’imprenditore Silvio Berlusconi. Giornalista sportivo e inviato dall’eloquio forbito e dallo stile garbato, fra il 1982 e il 1984 affianca l’allenatore Bearzot nella conduzione della rubrica “Gol” e gli artisti Mike Bongiorno e Sandra Mondaini in quiz e programmi di intrattenimeno( “Superflash”e “Five album”), trasmessi dalla rete ammiraglia, Canale 5. Commentatore di eventi sportivi e autore di servizi speciali per il contenitore mattutino “Buongiorno Italia”, in seguito viene promosso presentatore, conducendo le rubriche settimanali dedicate allo sport “Record” e “Super record”. Co-conduttore, insieme con Mike Bongiorno, del gioco “Penthatlon” , a partire dal 1986 è al timone delle trasmissioni : “Un anno di sport”, rassegna degli eventi sportivi più significativi dell’anno, “Cadillac”, settimanale dedicato al mondo dei motori e delle rubriche sportive “Siamo fatti così” e “Dallo sport con sentimento”. Protagonista di spettacoli itineranti quali: “Incontri d’estate” e “Il girasole tour”, nella stagione 1992 conduce, per la prima volta su Italia Uno, la trasmissione “Calciomania”. Poi, nell’annata 1994-1995, abbandonate le tematiche calcistiche, si cimenta nell ‘intrattenimento, presentando su Retequattro, a fianco di Patrizia Rossetti, il programma della fascia mattutina “Buona giornata” , cui seguono i varietà di Italia Uno, “Mai dire Gol” e “Meteore”, quest’ultimo accanto a Gene Gnocchi. Raccolto largo consenso presso il pubblico femminile, nel 2001 è pioniere di un nuovo genere televisivo dedicato alla cucina e alla gastronomia, conducendo su Canale 5 la rubrica di ricette “Mezzogiorno di cuoco”. Lontano dal piccolo schermo per un periodo, (appare per lo più in televendite e giochi come “Facce da quiz”), nel 2007 sigla un nuovo contratto con la Rai, sulle cui reti conduce, accanto a Roberta Lanfranchi, il reality “La sposa perfetta” e lo spettacolo musicale “Furore”. Assessore allo Sport della Provincia di Milano e presidente del Milanosport, si congeda dai telespettatori nel 2016, quando prende parte, in veste di ospite, al reality show di Rai Due “Pechino Express”. Ritiratosi dalle scene definitivamente da qualche anno, è scomparso il 4 aprile scorso, a Milano, all’età di settantadue anni, dopo una lunga malattia. Omaggiato dai milanesi, presso la camera ardente allestita nella sede della Città metropolitana, è stato salutato dai familiari (i figli Alessandra, Caterina e Filippo e il fratello Maurizio) e dagli amici, nel corso della cerimonia funebre svoltasi presso la Basilica di S. Ambrogio. Definito dai critici e dai colleghi : “il gentiluomo del piccolo schermo” e : “il conduttore-emblema della televisione anni Ottanta”, a chi, di recente, gli chiedesse il motivo della sua assenza dal video, rispondeva: “Sono cambiati i toni e il rapporto tra conduttori e spettatori. Prima c’erano garbo, sensibilità, cura, attenzione. Oggi, invece, si cerca il confronto a tutti i costi. Un confronto che troppo spesso diventa scontro e violenza verbale. Quella non è la mia tv. Io sono nato con Mike Bongiorno, Corrado, Sandra e Raimondo. E ciascuno, come si dice, è figlio del suo tempo…”.

Redazione

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