Il voto per le europeo è un segnale chiaro alla politica. Per prima cosa lancia un segnale inequivocabile: il popolo italiano d’ora in avanti ad ogni elezione cambia, non è più di proprietà di qualcuno. È finito il tempo in cui i partiti e movimenti erano convinti che gli elettori erano di proprietà dei singoli soggetti politici. È finita la pacchia.
L’altro segnale è la sofferenza infinita del popolo italiano. Metà popolo ha ignorato l’Europa non andando a votare. L’altra metà si è divisa spostato l’interesse verso una forza politica che gli esprimeva più fiducia.
Fuori dai giochi tutti i partiti di sinistra. Altro segnale che le vecchie logiche sono morte è il popolo italiano non lo vuole più.
Ma il segnale da non sottovalutare è quello della sofferenza. Sì, il popolo italiano sta soffrendo. Il danno maggiore arrecato ai cittadini dalla politica è la mancanza di lavoro continuo. Un conto è un periodo breve senza lavoro, un conto stare anni senza lavoro. Significa che non hai la possibilità di pagare più nulla. Però come contropartita il cittadino si ritrova uno stato che lo pressa è vuole ugualmente essere pagato, pena, la razzia di beni conquistati quando lavorava.
Speriamo che questo concetto sia ben chiaro alla politica. Il lavoro, la povertà, l’impossibilità di trovare un lavoro, hanno influito di molto sull’esito del voto. Ci sono cittadini che non possono mangiare, pagare le utenze, curarsi. In 5 milioni di italiani c’è povertà vera, in altri 18 milioni la povertà sta entrando silenziosamente nelle loro vite.
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