Spesso per noi che facciamo questo mestiere liberamente sopraggiunge la nausea quando si reprime la verità. Lo abbiamo vissuto già in questi due anni di epidemia, dove abbiamo assistito ad una informazione a senso unico e senza contradittorio che non ha di certo diffuso a pieno ciò che accadeva. Situazione peggiorata ulteriormente con l’arrivo del cosiddetto vaccino. Qui è caduta tutta l’informazione italiana.
Oggi, con la guerra, assistiamo allo stesso discorso dell’epidemia. Non si cerca di capire perché è successo, ma si tenta di dirottare le ragioni dentro un senso unico. Tutto ciò che è successo negli addietro non avveniva in silenzio, ma sotto gli occhi del mondo occidentale e dell’Almerica: la guerra in Cecenia e Georgia all’annessione della Crimea, la polveriera Donbas. Come anche in Siria. I mali cerano ma tutti facevano finta di non vederli. Insomma, quello che succede ora è frutto di tanti errori del passato. Dove chi doveva vigilare ed evitarlo, non ha fatto altro che assistere passivamente a tutti gli eventi. Nessuno ha lavorato per tirare a se la Russia, ma tutti hanno lavorato per allontanarla.
Al di là di ogni singola opinione, ora è urgente fermare la guerra. Non la fermeranno le sanzioni. Non la fermerà il cattivo atteggiamento delle comunità occidentali con toni che inaspriscono e non ammorbidiscono l’atteggiamento prepotente della Russia nei confronti dell’Ucraina. La situazione la salvano i due attori in campo in contrasto tra loro: il presidente russo e quello ucraino. Se i due vestono i panni dei galantuomini allontanando ogni condizionamento esterno, possono fermare la guerra, se entrambi continuano a vestire i panni di chi comanda ed ha ragione di più, allora sono inevitabili le perdite di vite umane tra i soldati russi, ucraini e, soprattutto, i civili ucraini che pagheranno il prezzo più alto. Non solo, l’inasprimento delle posizioni di entrambi, portano al rischio concreto di un allargamento delle ostilità oltre i confini dell’Ucraina. Una terza guerra mondiale non possiamo permettercela, e non conviene a nessuno combatterla.