Mar. Mar 19th, 2024

Giugno 1943. Ferrara. Alla stazione  è in arrivo dalla Capitale un treno carico di sfollati, di madri curvate dagli anni o invecchiate troppo presto per il dolore di una vedovanza prematura e inattesa , di bambini urlanti che , con lo sguardo sgomento, cercano tra le valigie ammontate dei passeggeri  le illusioni di un’innocenza perduta , barattata con il malaffare in cambio di una crosta di pane o di un cucchiaio di farina. Su di una panchina , in trepidante attesa del convoglio , siede il produttore cinematografico, sceneggiatore e aiuto regista Libero Solaroli .

Balzato in piedi a causa della tensione , percorre su e giù l’indicatore di linea che separa i binari dal marciapiede. Estratta la pipa dall’astuccio, che reca in una tasca della giacca di lino, l’accende e ne aspira solo qualche boccata, poi la ripone e  si sfila dal capo il  borsalino, iniziando a sventolarlo per farsi aria.

Il treno , annunciatosi con un fischio , fa il suo ingresso in stazione e il produttore , avvicinatosi agli sportelli, assiste all’uscita dei viandanti . Nella confusione e nel viavai dei facchini ,riconosce la persona che ha atteso per più di un’ora : l’attrice Clara Calamai . Capelli biondi , mossi da una folata di tiepido Scirocco , le spalle avvolte in un ampio foulard di seta, in bilico sulla scaletta di uscita , non riesce a sollevare il suo pesante bagaglio.

D’un tratto, durante l’ennesimo tentativo, uno dei tacchi a spillo del paio di scarpe decolleté che calza rimane incastrato in una porosità dei gradini. L’attrice , in difficoltà, invoca l’intervento di un facchino , richiamando così l’attenzione di Solaroli  che, finalmente , la individua.

“Clara , siete arrivata allora!” , esclama, sollevato, il produttore , che libera la scarpa della donna dall’insidioso ripiano traforato e afferra la pesante valigia di cuoio . “Ferrara vi dà il benvenuto ! ” , sentenzia il produttore , quando la Calamai , con aria sconvolta, replica : “E voi considerate questo un “benvenuto”? …Per non parlare del viaggio da Roma fino a qui! ….ho dovuto effettuare tre cambi di treno …e non vi sto a dire della calca !…quanto alle condizioni igieniche poi!…” .

“Madame Calamai , bisogna avere pazienza ! ; sapete ? sono tempi duri anche per il cinema”, spiega Solaroli all’attrice, continuando: “I produttori dell’ “ICI” , avrebbero voluto pagarvi un biglietto di prima classe , ma le risorse a disposizione sono limitate ! ; come ripeto spesso , da tre anni a questa parte , “Non una lira di più , non una lira di meno!” . Ora , però, dobbiamo affrettarci : il maestro Visconti vuole vedervi subito ! “.

 “Oh , il maestro! ….dev’essere un vero portento di regista !” , entusiasta ,  l’attrice si  abbandona a facili complimenti , “Non lo conosco di persona , ma da quel che mi diceste al telefono dev’essere un genio ! . Senza che sostenessi un provino ,solo  assistendo alle proiezioni dei miei film , ha compreso di quali sublimi interpretazioni io sia capace ! …Solaroli devo farvi una domanda , ma non equivocate e ,soprattutto , non scambiatemi per una civetta  ! : potreste riferirmi , parola per parola ciò che il Visconti vi disse riguardo il mio talento ? ” .

“Certamente!” ,afferma l’uomo d’affari, simulando sicurezza , “Ha detto che siete brava e bella !….e non ha utilizzato i superlativi soltanto perché  è un uomo sobrio, elegante, compito , a cui, per indole, non piace eccedere !” .

Poi, caricato il bagaglio a bordo di una “Topolino” , con carrozzeria verniciata di nero , dopo un breve tragitto, giungono in Corso Giudecca, di fronte all’entrata dell’albergo “Villa d’Este”. Scesi dal veicolo e , portatisi all’interno dell’hotel a conduzione familiare , l’attrice , osservando circospetta l’ambiente modesto, pronuncia ad alta voce : “Qui , a dir la verità, dei duchi d’Este c’è rimasta giusto la residenza ! ” ; “Avete detto qualcosa , madame ? ” , ribatte  Solaroli ; “No, niente d’importante!…apprezzavo la squisitezza del nostro ostello!” , rimbrotta ironica la Calamai.

“Bene , ascoltatemi  Clara !, io vado ad avvisare il maestro che voi siete arrivata …però, dovete promettermi che mi aspetterete qui e non prenderete iniziative …intendo dire che avrei il piacere di condurvi io personalmente da Visconti!…A fra poco, signorina e …mi raccomando : state lì e non muovetevi ! ”.

 “Oh Signore! e adesso come glielo dico ad Anna !” , esclama tra sé il produttore,  una volta allontanatosi , “Quella è una temperamentosa …posso mai andare da lei e dirle : ” Anna, siccome sei incinta di quattro mesi, la casa di produzione e il regista hanno deciso , di comune accordo, di sostituirti  !. No, no … la Magnani è sicuro che mi riempie di legnate  !” .

 “Anvedi …’a Solaro’ , proprio te cercavo !…” , lo apostrofa Oreste Del Bono, un “figurante ” del film di Visconti, che , avvistatolo , ha da fargli delle rimostranze : “Senti un po’ , ma  com’è ‘sta storia dei cestini der pranzo ?, perché spetteno soltanto agli attori principali ? …è che d’è ? , forse noi comparse nun c’avemo lo stommico ? ” .

“Del Bono , per carità !…non vi ci mettete anche voi, che oggi non è giornata !” , risponde Solaroli, riprendendo l’incedere frettoloso.

“E no ! …’a Solaro’ dovemo da chiari’ ‘sta questione ! ; io e li amici mia se semo iscritti ar collocamento come comparse nel 1940 proprio p’avecce armeno un pasto al giorno sicuro….artrimenti dovemo anna’ a ruba’ tutti ; così , in galera ce danno er rancio quotidiano!”, insiste , concitato, Del Bono.

  “Calmatevi , Del Bono !,”, l’ammonisce Solaroli, tentando di spiegarsi:  “Non è il caso di far finire le cose in tragedia…Riferisci ai tuoi colleghi che  parlerò io con i produttori e avrete i cestini , contento? ; adesso fammi andare che sono in ritardo! ” .

Intanto, la Calamai , stanca di aspettare , decide di andare a riposare in camera , contravvenendo al monito di Solaroli e, rivolgendosi al portiere della hall , domanda : “Buon uomo sapreste indicarmi dove si trova la stanza della prima attrice e darmi le chiavi , per favore? ” ; “Ah , ma voi  siete ….ah, sì , venite, vi stavamo aspettando !” , risponde l’attempato custode , che, impugnando la cornetta dell’apparecchio telefonico , composto il numero , avverte l’interlocutrice  : “Signora è arrivata!…”; “Ecco signorina…” , aggiunge il portiere riferendosi alla Calamai , “Queste sono le chiavi ! ; primo piano , stanza 45 …siamo lieti di accogliervi nella nostra famiglia!; troverete ciò che vi occorre in uno stanzino adiacente alla camera !” .

“Come sono gentili qui a Ferrara !” ,pensa l’attrice, avviandosi verso l’agognata stanza . Salita una rampa di scale , sull’uscio della porta , viene accolta da un volto già noto del grande schermo  : Anna Magnani , che , in vestaglia , le sussurra : “Buongiorno , avete fatto presto! …io tra un po’ vado a  girare una scena , sicché  vi lascio la camera libera e potrete lavorare con calma ! “.

“Ma …ci dev’essere un errore ! ” , sbotta ,  perplessa,  la Calamai , “Vi ho riconosciuta , signora Magnani !….anche voi avete avuto una parte nel film di Visconti ? , forse hanno sbagliato ad assegnarvi la stanza ; il portiere avrà fatto confusione !…questa è la camera della prima attrice , dunque la mia! ” .

 “‘A ragazzi’ , ma te chi sei ? , te piace de scherza’ ? “, chiede adirata “Mamma Roma” ; “Sono Clara Calamai , la prima attrice di “Ossessione” , il film di Luchino Visconti!. Il produttore Libero Solaroli , assistente del regista, mi ha telefonato alcuni giorni fa , dicendomi che  Visconti ha notato la  mia interpretazione di “Ginevra” , nella pellicola di Blasetti : “La cena delle beffe” e ha intuito che fossi adatta per il ruolo di protagonista nel suo film !” …No , te sei matta , ragazzi’ ! …guarda che io , con i signori dell’ICI ho firmato un contratto di prim’attrice un mese fa , della durata di cinque settimane , perciò, me sa che , quella de troppo sei te ! . Ma poi te pare mai possibile che ‘n’intellettuale come Visconti sceglie ‘na debuttante,  pe’ interpreta’ un ruolo così importante…guarda che ‘sta pellicola è ‘n capolavoro ! ; io ho letto già la sceneggiatura …te, c’hai le pigne ‘n’testa ,se credi che basti appari’ cinque minuti scoperta  pe’ diventa’ ‘na protagonista…ma falla finita e vedi d’annattene , va’! ” .

“Anna , Clara , buonine ! ” , le redarguisce Solaroli , raggiunta, ansante,  la stanza al primo piano,“Posso spiegarvi tutto! …vi prego , non facciamo scenate!, che , altrimenti, Visconti, licenzia me e pure voi!…Anna , noi ci conosciamo dai tempi del tuo esordio , dagli anni memorabili in cui mietesti successi teatrali con la compagnia di Anton Giulio Bragaglia…prova a metterti nei panni dei produttori , del regista !;  abbiamo aspettato te ,fino a oggi ,per girare , perché eri impegnata a Torino nelle riprese di un’altra pellicola e tu ci comunichi di essere al quarto mese di gravidanza giunta in stazione?…Sai quali tempi di lavorazione ha il maestro? , gira tre scene al giorno : una di  mattina e due di pomeriggio….se ogni cosa andrà per il verso giusto finiremo le riprese tra sei mesi…se interpretassi il film,  il rischio sarebbe quello di finire con il pupo in braccio! …sii comprensiva , no ?!… Cosa vuoi che ti dica ? ….sostituirti è stata un’impresa ardua : le attrici più brave , d’estate , sono impegnate ; le allieve del “Centro sperimentale ” sono troppo giovani per questa parte …Clara è …un tipo….nel suo genere è un nome !” .

“Un nome ? ….ma io vi denuncio, io ve faccio causa a tutti ! ; nun se po’ rompe’ ‘n contratto de punto in bianco !” , tuona la Magnani.

“Ti prego ,non t’ arrabbiare ! ” , la implora il produttore , “Tu sei una grande attrice , vedrai che, con Visconti , lavorerai prima o poi …Non dovrei anticiparti nulla , ma  il maestro ha già in mente un soggetto , apposta per te !. Per il momento , tu rescindi il contratto con l’ICI , i produttori chiudono un occhio sull’anticipo di cinque mila lire che ti diedero ,non chiedendotene  indietro la restituzione  e  vissero  tutti  felici e contenti , dammi retta!”.

 La Magnani , convinta dal Solaroli , accetta di essere sostituita dalla giovane attrice  e raduna gli effetti personali da mettere in un baule , decisa a rientrare a Roma . La Calamai , delusa , quasi in lacrime , fissando negli occhi il produttore , constata : “Dunque , non era vero niente ….Visconti non mi vuol nel suo film perché  sono bella e brava , ma perché  sono : la seconda scelta !” .

“E’ stato il caso a portarmi per mano nei labirinti di Cinelandia : un giorno andavo per una strada qualunque , senza scopo, senza meta , disperatissima , mi si è avvicinato un tale …mi parlò del cinematografo, mi fece una proposta di lavoro …Ecco tutto!” . Così, ha inizio il libro autobiografico dell’attrice Clara Calamai “L’ossessione di una diva” , pubblicato da Marsilio nel 1996.

Nata a Prato, il 7 settembre del 1916 (ma all’anagrafe risulta registrata la data del 1909) , figlia di un capostazione , nel 1937 , appena maggiorenne, si trasferì a Roma. Qui , notata per le vie del centro storico da un produttore cinematografico attivo presso i neonati stabilimenti di “Cinecittà” , dopo aver sostenuto un provino , entrò al “Centro Sperimentale di Cinematografia” e , diplomatasi “attrice” , nel 1938 fu scritturata dal regista Aldo Vergano come cooprotagonista della pellicola: “Pietro Micca” , incentrata sull’eroica figura del martire sabaubo che , nel 1706, sacrificò la sua vita pur di salvare Torino dall’assedio francese .

Alla brillante interpretazione della “Contessa de Lasseire” , tra il 1939 e il 1940 , seguirono ruoli di “amorosa”  in film di genere epico-avventuroso  , quali : “Ettore Fieramosca”del regista Alessandro Blasetti , ricostruzione cinematografica della “Disfida di Barletta” , agone cavalleresco , disputatosi nel 1503,  tra “prodi guerrieri” italiani , al soldo del Re di Spagna, Ferdinando II d’Aragona , e i militari francesi ;  “Capitan Fracassa” del regista Duilio Coletti, vicenda ispirata alle gesta del “barone di Sigognac” , soldato di ventura  , protagonista del romanzo  di Thèophile Gautier e “Boccaccio” di Marcello Albani , desunto dall’ardito novelliere dello scrittore trecentesco.

Donna fatale , che conquista l’ingenuo studente universitario “Mario”(Adriano Rimoldi ), sottraendolo alle attenzioni della casta e pudica sarta “Dorina” (Maria Denis)  in “Addio giovinezza!” del regista Ferdinando Maria Poggioli , divenne , agli occhi degli spettatori e dei critici, una “diva irraggiungibile “, “dall’esuberante carica vitale” . Così , il giornalista Diego Calcagno commentò l’entrata in scena dell’attrice nel corso della pellicola : “La prima volta che la vediamo è in riva a un fiume , in occasione di una regata . La luce radiante di un pomeriggio d’estate, la linea del corpo segnata dal lungo vestito primo Novecento , un cappello a larghe falde che cela il volto, sembra uscita da un quadro di Giovanni Boldini”.

Sempre più calata nel ruolo della “seduttrice”, scandalizzò le platee , scoprendo il seno in un fotogramma del film di Alessandro Blasetti : “La cena delle beffe”, storia desunta dall’omonimo dramma teatrale di Sem Benelli e da  una novella dello scrittore cinquecentesco Anton Francesco Grazzini ,vede aggirarsi nella Firenze medicea  i fratelli Chiaramantesi , “Neri “(Amedeo Nazzari ) e “Gabriello” ( Alfredo Varelli) pronti a  contendersi ,con lo sprovveduto “Giannetto Malespini”, (Osvaldo Valenti) l’amore della bella  “Ginevra” ( Clara Calamai), fino all’epilogo estremo del duello tra i tre e dell’omicidio.

Il ministro della cultura popolare , Alessandro Pavolini, sollecitato da esponenti della Curia, censurò la pellicola , vietandone la visione ai minori di quattordici anni e i direttori  delle riviste cinematografiche affidarono alle loro penne più caustiche il compito di redigere recensioni al vetriolo, come questa : “Il film  incontra il favore popolare sollecitandone gl’istinti triviali. I personaggi descritti sono accomunati dall’arroganza e dalla follia . Quanto alla Calamai : soggiace al pornografico senza alcun merito artistico” .

Icona della femminilità , entrata nell’immaginario collettivo maschile , divenne la “Madrina” dei soldati italiani impegnati al fronte , accanto all’alleato tedesco, nei serrati combattimenti della Seconda guerra mondiale.

 Presto, però , abbandonò i panni della “vamp”. Chiamata , nel 1943, dai produttori dell’ ICI  a sostituire l’attrice Anna Magnani , giunta al quarto mese di gravidanza, nella pellicola di Luchino Visconti, archetipo del Neorealismo : “Ossessione”, trasposizione cinematografica del romanzo “Il postino suona sempre due volte ” dello scrittore americano James MCain , mutò completamente la sua immagine , assecondando le volontà del cineasta .

Così , Visconti  ,che nel “Manifesto del cinema antropomorfico ” dichiarò : “Al cinema ho portato l’impegno di raccontare storie di uomini vivi : di uomini vivi nelle cose , non le cose per se stesse”, spettinò , struccò l’attrice e scelse per lei abiti di scena smunti e lisi , trasformando l’interprete di melodrammi  leziosi in “Giovanna Bragana” , commerciante ferrarese, moglie insoddisfatta di “Giuseppe” (Juan de Landa) , titolare dell’esercizio e amante del vagabondo , “Nino Costa”  (Massimo Girotti), capitato per caso nel suo spaccio, con il quale medita e compie l’assassinio  del consorte .

Tra ripensamenti  e rimorsi la vicenda si conclude amaramente, con la morte della donna in un incidente stradale e l’arresto del suo complice.

Rimasto entusiasta dalla visione del film , il critico Guido Aristarco ,  sulle pagine de “Il Corriere Padano” , chiosò : “Per la presenza di quella verità artistica e quindi stilistica , che può essere la sola salvezza del cinema , “Ossessione” mi sembra e, ancora una volta, avrò contro di me  il pubblico, il nostro film più significativo di questi ultimi tempi e pertanto destinato a rimanere nella storia del cinema” .

Nel 1945,la Calamai , forse incapace di gestire il successo improvviso ottenuto grazie a Visconti o forse mal consigliata da agenti e produttori , si cimentò in pellicole che non misero del tutto in risalto le sue doti “neorealiste ” , quali : “Due lettere anonime” del regista Mario Camerini e “L’Adultera” di Duilio Coletti, per la cui interpretazione  si aggiudicò il Nastro d’Argento come migliore attrice.

Sposatasi nello stesso anno  con il conte Leonardo Bonzi , da cui ebbe due figlie, decise di diradare gli impegni cinematografici ; si concesse, perciò , a distanza di dieci anni ,nel 1957 e nel 1967,   partecipazioni  in due  film di Luchino Visconti: “Le notti bianche ” , storia dell’ amore non ricambiato di “Mario” (Marcello Mastroianni) per “Natalia” (Maria Schell), ispirata a un racconto dello scrittore russo Fedor Dostoevskij“La strega bruciata viva”, complessa vicenda di ingratitudine e ricatto , ruotante intorno a figure  di attrici e di attori decadenti  e un cameo nello sceneggiato televisivo RAI : “Tom Jones”, tratto dall’omonimo romanzo di Henry Fielding .

Poi ,nel decennio dei Sessanta , il divorzio dal marito e il secondo matrimonio con il comandante d’aviazione Valerio Andreoli, seguito dall’annuncio del suo  ritiro  definitivo dalle scene e dal  ritorno inaspettato, nel 1975,  con la pellicola horror ,campione d’incassi , diretta dal regista Dario Argento : “Profondo Rosso” , storia di un’ex attrice  , folle assassina seriale .

Trasferitasi a Rimini ,nel 1996 affidò ricordi e memorie all’autobiografia : “L’ossessione di una diva” , edito da Marsilio ,prima di congedarsi dai suoi cari, all’età di ottantanove anni,  il 21 settembre del 1998.

All’indomani del luttuoso evento, il celebre regista e sceneggiatore Carlo Lizzani le rese omaggio , scrivendo  : “Dopo la seconda guerra mondiale Clara sbagliò un po’ tutto, rifiutò di girare “Roma città aperta” di Roberto Rossellini e “ll sole sorge ancora” , storia partigiana di Aldo Vergano , il suo regista pigmalione…Ma era una diva , una diva di segno singolare : non un’ingenua come Maria Denis , non una brillante come Alida Valli e Assia Noris , non una vamp mediterranea come Luisa Ferida , invece un’attrice sottile e snella , alla francese , un po’ somigliante ad Arletty ; una donna senza vezzi puerili nè enfasi melodrammatiche , moderna, eppure bravissima a muoversi nelle vesti impegnative e ridondanti dei film in costume che erano una specialità sua e del tempo”.