Finora abbiamo assistito ad una parata pubblicitaria sui vaccini mai vista. Ora iniziano a sorgere tanti dubbi, anche perché il siero perde potenza in sei mesi, e già inizia un tour de force per cominciare una nuova pubblicità che, questa volta, deve diffondere a più non posso la necessità della terza dose a sei mesi dalla seconda. Poiché è un siero in fase di sperimentazione fino al 2023, è tutto lecito.
Ma sul piano politico, sulla gestione dell’epidemia, le cose iniziano a vacillare. Più voci parlano di terza dose per tutti, mentre altre dicono che forse non ce ne bisogno. Di mezzo ci sono i cittadini che continuano a subire il danno maggiore di questa epidemia. Che il green pass sia una falsa, ormai lo crede anche chi è a favore dei vaccini. Forse il governo, qualora decidesse che la terza dose è per tutti, dovrà inevitabilmente modificarlo, inserendo il cavillo burocratico che il green pass è valido a terza dose effettuata, visto che le due andranno sistematicamente in soffitta.
Già adesso tra i cittadini serpeggia il dubbio. E non sarà facile invogliare tutti a correre a fare la terza dose com’è successo con le altre due. Il dubbio si fa sempre più spazio, poiché i vaccini si fanno, ma finora una sola volta e a vita, tranne per quello antinfluenzale che si fa ogni anno. Su questo punto il governo Draghi rischia di toppare di brutto, e anche le forzature che potrebbe mettere in campo si rivolteranno su di lui. È proprio il piano politico dell’epidemia che non reggerà più. Il primo a cadere sarà Matteo Salvini, che appoggiando il governo Draghi, la sua leadership sta vacillando di brutto. Pochi perdoneranno a Salvini di essere entrato nel governo insieme a PD e M5S, oltretutto, finora i suoi ministri hanno appoggiato qualsiasi decisione di Draghi senza battere ciglio. Le imminenti amministrative daranno un quadro più preciso delle decisioni dei cittadini, solo allora si potranno tirare le somme, e con la terza dose in corso e i risultati delle amministrative, potrà cadere anche il mito del governo Draghi.