È meglio che la politica metta in chiaro tutte le cose. Ormai sono quasi venti mesi che si parla solo di epidemia e vaccini. Si è fatta una campagna vaccinale sperimentale che, oggi, secondo i dati diffusi dai politici a reti unificate, i vaccinati hanno quasi raggiunto l’80%. Significa che non esiste più pericolo per il covid-19. Se la matematica non è un’opinione la reale situazione dovrebbe essere questa.
Con l’80% di persone vaccinate, visto che il siero è buono ed è l’unica salvezza, Draghi ha l’obbligo di rimuovere tutte le restrizioni compreso lo stato di emergenza, come d’altronde sta avvenendo in tutti i paesi europei. Se non lo fa, vuol dire che nemmeno loro si fidano dei vaccini o gli fa comodo avere l’epidemia. Non esiste altra spiegazione. Sin dall’inizio si era detto che con il 70% di vaccinati si era fuori pericolo. Poi si è passati al 75%, poi all’80%, ora il traguardo 80% è stato raggiunto e non c’è ragione di tenere l’Italia ancora ostaggio del virus visto che, grazie ai vaccini, il virus non è più un “pericolo per l’umanità”.
All’inizio si parlava di una prima dose con richiamo dopo 21 giorni. Poi seguendo le gesta della Gran Bretagna si è passati ad una prima dose con richiamo dopo tre mesi. Quando in Gran Bretagna i contagi sono saliti alle stelle, si è corso ai ripari richiamando subito per la seconda dose. Tutto regolare quando si è in fase di sperimentazione. Poi, però, è scattata la molla Israele, che nonostante la massiccia campagna vaccinale i contagi iniziarono a salire a dismisura. Hanno iniziato a iniettare la terza dose perché non sapevano cosa fare. Ora anche in Italia, nonostante il numero alto di vaccinati, si è passati a iniettare la terza dose. Però ora è giunto il momento di fare chiarezza, e non possono farlo i politici che non hanno competenze scientifiche in merito, ma la è scienza che deve fare chiarezza. Spiegare ai popoli che devono fare, visto che per colpa del virus si è perso pure il diritto di lavorare. Ci deve pur essere una logica che porti alla fine di questa tragedia.