Categories: Cronaca

Con la proroga dello stato di emergenza si crea un precedente pericoloso

Il virus ha creato un pericolo di non poco conto. Quello che più preoccupa è che in questo momento i popoli vivono con i paraocchi e non comprendono da vicino cosa sta succedendo. Essi hanno delegato tutto nelle mani dei poteri politici senza chiedere chiarimenti a chi invece è deputato a dare risposte concrete: la scienza. Tutti gli atti che mette in campo la politica, non hanno valenze scientifiche, ma sono solo strumenti politici. L’Italia per prima sta adottando provvedimenti che non hanno valenze scientifiche.
In questi giorni si parla molto della proroga dello stato di emergenza. Il primo che ormai sbandiera quotidianamente questa ipotesi è il ministro della salute Speranza. Però nel decreto legislativo numero uno del 2008, all’articolo 24, comma 3 si legge: “La durata dello Stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi”. Quindi è una legge dello stato e chi guida lo stato dovrebbe saperlo perfettamente. Ma c’è un però: giuridicamente c’è la possibilità di estendere lo Stato di emergenza approvando una legge ex novo e non rinnovando quello attuale. Ma la sostanza cambia di poco. I numeri dei contagi, dei ricoveri nelle terapie intensive e la mortalità non giustificano tali misure, eppure si continua in un processo di normalizzazione dell’emergenza che dovrebbe preoccupare ma sembra essere accettato da molti come se nulla fosse, senza capire che stiamo creando un pericoloso precedente, oggi è il Covid, domani chissà.
C’è il rischio di generare uno Stato d’eccezione che non ha più nulla a che vedere con lo stato di emergenza che serve per gestire un momento delicato per la vita del paese. All’eccezione si ricorre invece per infrangere la regola e imporre un nuovo ordine. L’espressione Stato di eccezione indica una particolare situazione all’interno di uno stato che comporta la sospensione delle caratteristiche tipiche di uno stato di diritto. Ciò generalmente avviene in presenza di una circostanza particolarmente grave (guerra, pandemia, tumulto popolare, disastri naturali) che impone di sospendere il rispetto delle leggi ordinarie e la imposizioni di misure speciali per il superamento della situazione stessa. È il capo del governo a poter decidere di dichiarare questo stato per salvaguardare il paese anche a costo di andare a ledere i diritti individuali. Lo stato di emergenza “presuppone la stabilità di un sistema”, “l’eccezione, al contrario, il suo disfacimento che apre la strada a un sistema diverso.

Redazione

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