Mer. Mar 29th, 2023

Scelta giusta quella di entrare nel governo Draghi? Da quello che si incomincia a sentire in giro, forse la scelta porterà la Lega a indietreggiare come è successo al M5S. Il problema principale di Salvini è che i suoi ministri, ma anche i suoi governatori, sono diventati tutti filo draghiani. Ciò impedisce a Salvini di avere la stessa credibilità che lo portò al 40%, raccogliendo anche voti in quella parte d’Italia, il sud, da sempre bersaglio facile della vecchia Lega Nord. Buona parte di questi voti li ha persi, e il risultato delle prossime amministrative può essere il giusto indicatore per capire dove è arrivato Salvini in questo momento.

Questa nuova Lega è stata costruita da Salvini, nessuno lo può negare. Dal 4% riuscì a portarla al 40%, tutto merito suo. Ma ora quel merito sta passando di mano, a prenderselo sono proprio i ministri leghisti con l’appoggio dei presidenti di regione della lega. Tutti uniti a difendere Draghi e, quasi, ad isolare Salvini.

Si sta ripetendo lo scenario già visto col M5S. un movimento del 33% alle scorse politiche, ora non riesce a superare il 15%, dimezzando, di fatto, i voti conquistati in precedenza. Come ha perso l’elettorato locale, e la spinta arriva solo dagli irriducibili che credono ancora nel movimento.

Stesso discorso vale oggi per la Lega, che sempre di più perde quei voti che aveva conquistato al sud, ed ora dovrà ritornare a tenere conto solamente dell’elettorato del nord. Verifica, come detto, che può arrivare proprio dalle prossime amministrative, che misurano la sostanza leghista nella parte bassa dell’Italia confrontandola con quella dell’elettorato del nord. In tutto ciò a perdere è solamente Salvini, che vede ridimensionato il lavoro che ha fatto per far rinascere la Lega non appena ha deciso di appoggiare il governo Draghi.