Categories: Cronaca

Confcommercio: per le vie della moda lo shopping non riparte

ROMA- Aumentano gli affitti nelle strade della moda, ma cala lo shopping. Un esempio per tutti: oggi affittare un negozio in Via Monte Napoleone a Milano costa 4,5% in più con picchi fino a 7100 euro al mq. Roma non è da meno: a via dei Condotti per un negozio di 100 metri quadrati si arriva a pagare canoni annui di affitto fino a 670.000 euro, poco meno del 2% in più. A Venezia, aprire un negozio nella famosa Calle Mazzini quest’anno costa un 7% in più. Scendono gli affitti invece nelle strade della moda di città come Genova, Verona, Palermo e Bari tengono in media Firenze, Napoli e Bologna. Per quanto riguarda gli acquisti il settore moda registra nel 2014 un calo di quasi il 2% rispetto al 2013, con il fashion (abbigliamento, calzature, pelletteria ed accessori) che rappresenta il 76% dei settori di business che attirano turisti stranieri di ogni nazionalità. I cinesi (25%) superano i russi (24%) negli acquisti. Dalla Cina è partito nel 2014 l’assalto alle vie della moda di tutte le città italiane, con un incremento degli acquisti del 13% a scapito dei russi che registrano un calo del 16%. In particolare a Milano le vendite tax free degli stranieri sono calate del 6%, stessa cosa a Firenze e a Venezia addirittura del 9%; meglio Roma che tiene le perdite ferme ad un -4%. Nelle altre città il segno è fortunatamente positivo (+2%) e complessivamente la perdita di vendite agli stranieri è stata nel 2014 di tre punti percentuali. E se i turisti americani aumentano dell’8% i loro acquisti nella Capitale e dell’1% a Milano, lo shopping veneziano sembra non attirarli più di tanto, con un calo delle vendite del 5%. Stesso calo visto a Firenze capace, però, di rifarsi con il notevole interesse allo shopping dei coreani. Questi in sintesi alcuni dati delFashion & High Street Report 2015 a cura di Federazione Moda Italia in collaborazione con World Capital Group, un’analisi del mercatofashion che racchiude valori di locazione e rendimenti delle più importanti High Street italiane rilevati da World Capital Group, accanto ai dati sui consumi nel settore moda monitorati da Federazione Moda Italia su un universo rappresentativo di imprese, ai dati dell’Osservatorio Acquisti CartaSi sugli acquisti effettuati dagli italiani con carte di credito nei negozi di moda ed ai dati di Global Bluesugli acquisti tax free effettuati dagli stranieri extra UE.
Per Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia – Confcommercio: «Il 2014 si è chiuso con un ulteriore saldo negativo di 3.378 imprese del dettaglio moda, anche a seguito del nuovo calo – anche se più modesto rispetto agli anni passati – dei fatturati registrati dai nostri negozi. È come se ogni giorno sparissero dalla nostra vista 9 negozi che siamo soliti vedere nelle nostre città. Un dato spesso oscurato dalle cifre che girano nelle cosiddette high street italiane, una volta ad appannaggio di qualificati negozi multibrand ed oggi sempre più oggetto del desiderio e di vetrina di catene e monomarca. Nonostante i piccoli segnali di ripresa degli ultimi giorni che vengono dai dati di pil, occupazione, produzione industriale, l’economia reale del dettaglio moda non ha ancora registrato in questi primi 6 mesi una percettibile inversione di tendenza che, però, auspichiamo possa arrivare con l’estate e magari anche consolidarsi con Expo 2015 ed il Giubileo».

Redazione

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