Conte al quirinale. Finisce il governo giallorosso. Avanzano nuovi nomi
Giuseppe Conte appena dopo la fine dell’ultimo consiglio dei ministri, che è durato solo mezz’ora, salirà al Quirinale, alle ore 12.00, per annunciare le sue dimissioni al capo dello stato.

Giuseppe Conte appena dopo la fine dell’ultimo consiglio dei ministri, che è durato solo mezz’ora, salirà al Quirinale, alle ore 12.00, per annunciare le sue dimissioni al capo dello stato. Tutto è partito dal rischio di andare a sbattere in senato durante la relazione di Bonafede, da qui l’urgenza di fare un passo indietro lasciando in mano a Mattarella le decisioni successive. Per i due partiti maggiori, M5S e PD, la situazione si fa delicata, poiché ormai l’ago della bilancia di tutto è Matteo Renzi, è lui il regista di questo governo e di tutto quello che succederà da domani. Ci saranno consultazioni brevi. Il capo dello stato vuole chiudere tutto tra mercoledì e giovedì e dare l’incarico già nella serata di giovedì.
Tutto sarà effettuato con una certa velocità, il capo dello stato non vuole perdere molto tempo. Ascoltati i gruppi parlamentari prederà una decisione netta: un nuovo governo Conte, un governo di unità nazionale come chiede Berlusconi oppure, in ultima analisi, scioglimento delle camere e mandare immediatamente il paese alle urne.
Alternative a Conte sulla carta ci sono, in queste ore circolano diversi nomi che potrebbero ricevere l’incarico di formare un governo al fine di evitare il voto e traghettare il paese fuori dall’epidemia. Si fa il nome di Marta Cartabia, presidente emerito della Corte Costituzionale, che diventerebbe così la prima donna premier. Circolano i nomi di Carlo Cottarelli, Ignazio Visco, ma quello più gettonato sembrerebbe essere di Mario Draghi. Al momento lo scenario delle elezioni anticipate è quello meno concreto. Da vedere quali saranno le scelte del presidente della Repubblica e in quale direzione soffierà il vento quando tutti capiranno che la situazione sta precipitando e si farà largo lo spettro dello scioglimento anticipato delle camere, e chi rischia di più sono proprio PD e M5S in termini di perdita di consensi.