Vi ricordate quando nel mese di giugno del 2020 i televiroligi seguiti dai telepolitici, bombardavano l’opinione pubblica nel dire siamo fuori dall’emergenza, l’Italia riparte, il virus è clinicamente morto. Sono cose che non si dimenticano. Chiaramente i poveri italiani, dopo aver subito quel poco con il lockdown, credettero a tutte le parole che venivano dette da chi ne capiva più di loro.
Poi arriva il patratac nel mese di ottobre raggiungendo la quota dei 40mila contagi giornalieri che, di fatto, demolivano tutto ciò che avevano detto in precedenza televirologi e telepolitici. Poi iniziarono le favolette del “chiudere adesso per non chiudere tutto a Natale”. Una favoletta che a dicembre si trasformò in: “chiudere a Santo Stefano per salvare la Pasqua”. Esattamente un anno dopo la storia si ripete. Ora che si avvicinano le festività natalizie hanno ripreso con i ritornelli: “Salgono i contagi”, “La pandemia non è finita”, “Non bisogna mollare la presa”, tutto questo dopo l’imponente campagna vaccinale che vede, oggi, l’86% di persone che hanno ricevuto il siero, che sommati ai quasi cinque milioni di guariti, si potrebbe raggiungere il 90% di persone che, secondo le tesi di chi sta gestendo il tutto, non correrebbero nessun rischio. In pratica, invece, Draghi pare voglia estendere il green pass fino all’estate, prolungare lo stato di emergenza e far decidere restrizioni in base al cambio di colore delle Regioni. Quindi “chiudere” per evitare le “chiusure”. Dopo quasi due anni siamo al punto di partenza.
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