Mi è capitato questo posto che circola su facebook, forse scritto con la mano di chi in questo momento seriamente sta lottando per difendere la nostra vita. Vale la pena leggerla, così dopo questo caos da coronavirus, impariamo un po’ tutti ad amare medici, infermieri e tutti i sanitari, perché senza di loro la nostra vita avrebbe poche speranze.
Eccomi…sono qui. Sono il medico o l’infermiere di cui
spesso non ti fidi e guardi in cagnesco perché ti dice cose diverse dal dott.
Google…cose reali scaturite da anni di studio, di esperienza, di sacrifici,
di lacrime e frustrazioni, di feste lontano dai figli, di vacanze mancate,di
stress accumulato. Sono il medico o l’infermiere che denunci senza pietà
perché…tanto mica paga lui, paga l’assicurazione, e non ti rendi conto di
quante paure costa quell’assicurazione, di quante perplessità è fatta, di quale
senso di mortificazione è composta. Sono di fronte a te, quando cerco di curare
tuoi affetti come fossero miei proprio davanti ai tuoi occhi e che tu privi di
dignità, di possibilità, di mezzi utili, sfasciando l’ospedale dove la
sconfitta della morte ha prevalso sulla vittoria della vita e nonostante tutti
i miei sforzi il tuo familiare perde la sua battaglia…a qualcuno bisogna dare
pur la colpa…e tu la dai a me e mi punisci con rabbia e violenza. Sono io,
sono quello che in condizioni precarie, sbaglia, perché fa turni infiniti e
massacranti, donando ore, giorni ( magari anche non pagati), amore ed affetti a
te ed alla tua cura.
Sono io quello che al mattino si sveglia, non per essere il miglior killer
sulla piazza, con un bazzuca in mano, al massimo la mia arma è un bisturi, un
fonendoscopio, un saturimetro stretti in mano mentre attraverso i corridoi
dell’ospedale con la speranza di poter salvare una vita.
Eccomi…anche ora, nonostante tutto, nonostante tutti…sono qui, ancora per
te affrontando le peggiori malattie infettive, l’HIV, l’epatite C, la
tubercolosi, la meningite, il coronavirus. Sono quello che trema al pensiero
dell’infezione, perché so che se dovessi essere contagiato, metterei a
repentaglio la famiglia e non potrei venire a lavoro per porti il mio aiuto,
mettendo in ancora più estrema difficoltà gli altri colleghi già occupati a
coprire gli stessi infiniti ed estenuanti turni che da anni stiamo coprendo,
anche mentre dormi, affinché tu sia sereno nel tuo riposo pensando che qualcuno
è sveglio anche per te.
Ora c’è un nemico ben peggiore di me, ma tranquillo io sono qui e veglio su di
te, nonostante tutto…nonostante tutti. Tu però promettimi che quando tutto
sarà finito, quando tutto sarà solo un triste ricordo, ricorderai che anche ora
sono stato al tuo fianco, mentre cercherai di farti aiutare con un po’ più di
fiducia, e ti prego non usare più violenza su di me, non denunciarmi solo
perché qualcuno te l’ha suggerito a scopo di lucro, non usare frasi rabbiose
urlandomi contro, rispettami come io rispetto te, e ricorda al mattino non mi
alzo per essere il miglior killer sulla piazza, mi alzo per fare il lavoro più
bello del mondo…mo alzo per fare il medico o l’infermiere.
A tutti i colleghi medici ed agli infermieri che in questo momento sono
devastati dalla stanchezza e dalla tristezza e che continuano…nonostante
tutto e tutti a svolgere il proprio lavoro con il cuore.