“In quel momento siamo stati travolti dall’ondata epidemiologica covid, eravamo abbastanza impreparati nelle fasi territoriali, c’è stato un momento di ritardo sulle azioni efficaci da intraprendere. C’è stata un’ondata di casi che hanno saturato tutti i reparti di terapia intensiva. Nell’asl di Frosinone i posti di terapia intensiva sono stati triplicati. Poi l’epidemia si è spenta per i casi gravi nel mese di maggio, a mio giudizio perché c’è stato un lockdown duro e perché il covid come tutti i coronavirus ha un andamento stagionale. Se uno guarda le curve epidemiologiche dei coronavirus vede che ci sono dei picchi nei mesi autunnali e invernali. A dirlo è Fulvio Caracciolo, direttore U.o.C. anestesia e rianimazione Asl Frosinone, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus.
Sulla situazione attuale. “Mentre a giugno-luglio e agosto avevamo i reparti covid praticamente vuoti, stiamo cominciando a registrare di nuovo dei casi. Nelle ultime 8 settimane a livello nazionale c’è un continuo aumento dei casi. Questi casi vengono segnalati non solo in Lombardia, ma in tutte le regioni. Il 71% dei casi è interno, non d’importazione. La situazione dell’aumento dei contagi nel Lazio è da tenere sotto controllo. Il rischio è che si possa lentamente passare in una fase nuova di epidemia”.
Sui test salivari. “L’unico problema è che non sono stati validati bene dal punto di vista della risposta. C’è un’affidabilità minore del 80-90% e quindi noi non li abbiamo acquistati”.
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