Coronavirus: feste patronali, spettacoli, alberghi, turismo: un’economia che sta crollando
Si parla molto di successo in seno all’Europa, si fa tanta propaganda, ma alla fine non si dice nulla su un selva di settori che stanno precipitando nel baratro. A nessuno importa, eppure è un’economia che racchiude in seno molti punti di Pil.

Si parla molto di successo in seno all’Europa, si fa tanta propaganda, ma alla fine non si dice nulla su un selva di settori che stanno precipitando nel baratro. A nessuno importa, eppure è un’economia che racchiude in seno molti punti di Pil. Inoltre, sono settori che un numero considerevole di lavoratori, che rischiano di rimanere fermi per un anno intero. Come sopravvivranno?
È una forte incertezza, o meglio, un grande rebus. Infatti il coronavirus ha mandato a tappeto le feste patronali, gli spettacoli come i concerti e spettacoli di ogni natura, alberghi, turismo. Tutti settori che non vedranno la luce prima della prossima primavera.
Le feste patronali, passato questo periodo che il classico periodo di piena, dovranno aspettare la prossima primavera per riprendere il lavoro. Intorno alle feste patronali, le sagre e eventi vari gira un mondo ampio e vasto che comprende diverse categorie: luminarie, bancarelle, spettacoli musicali, fuochi pirotecnici, solo per citarne alcuni. Tutte queste categorie hanno migliaia e miglia di lavoratori che non lavorano ormai da cinque mesi pieni. Un collasso che nessuno annuncia.
Stesso discorso vale per i concerti. Anche in questo caso gli addetti sono migliaia e non lavorano da moltissimi mesi. Altro settore che ormai è piombato nel buio totale, ed ha migliaia di lavoratori fermi, è il settore alberghiero. Nonostante la ripresa, è un settore che non riesce a ripartire, specialmente nelle grandi città italiane. Basti guardare la capitale per capire come è profondo il fosso della crisi da covid che ha travolto il settore alberghiero. Un settore che vive molto di turismo. Purtroppo anche il turismo vive un momento di affanno. Altro settore che passato il momento delle vacanze estive non avrà un immeditato futuro. Anche perché le vacanze 2020 saranno caratterizzate da molte rinunce da parte dei cittadini. La crisi ha travolto molte famiglie, e sono tante che quest’anno rinunceranno alle vacanze.
Chi paga il prezzo più alto sono i tanti lavoratori, che ovunque si girano, trovano un paese quasi fermo. È la nazione intera che vive una crisi senza precedenti. Non esiste regione che sta meglio dell’altra, tutte vivono momenti disgraziati per via dell’epidemia. Se non ci saranno preste misure di sostegno serie ed efficaci, per molte persone che rientrano nei settori descritti, sarà disperazione totale.