Coronavirus: i nonni del sud tenuti al sicuro nelle proprie case, da dove non vanno mai via

Sono veramente poche le eccezioni di anziani che sono parcheggiati nelle case di riposo nel sud Italia. La stragrande maggioranza di essi rimane a vita nelle loro case, e solo la morte li porta via. La cultura del sud è differente da quella settentrionali. Al nord la vita è più frenetica e, spesso, anche per motivi di lavoro, i figli non possono accudire i genitori. Al sud, anche se si lavora, per i figli è quasi sacro tenere i propri genitori nelle case paterne. Difficilmente li portano via, semmai, per venire incontro a condizioni di salute precarie o altri bisogni, sono accuditi da badanti nelle ore in cui loro non sono presenti. È un modo di pensare diverso che, in questo momento di epidemia, non a caso, al sud abbia salvato molti anziani. Oggi l’Oms Europa ha dichiarato che quasi la metà dei decessi europei sono avvenuti in case di riposo. Un numero altissimo, se si considera l’elevato numero di decessi che ci sono stati in tutta Europa. Una strage silenziosa di nonni, che già erano lontani dagli affetti tutto l’anno, in più sono morti in piena solitudine. Un dramma nel dramma.
Al sud, anche se ci sono state delle eccezioni in qualche casa di riposo, tutto sommato, come scritto prima, gli anziani sono stati tenuti al sicuro nelle proprie case. Non si sono registrati gli stessi decessi avvenuti al nord, proprio all’interno delle cose di riposo. La cultura meridionale ha salvato una generazione di nonni meridionali, che si sono ritrovati a contrastare l’epidemia nel luogo più sicuro, la loro casa. I nonni del sud non si sradicano da ciò che hanno costruito con sacrifici, e nemmeno i figli pensano lontanamente di sradicarli per propria comodità. Una cultura che ha risparmiato la vita dei nonni del sud.