Il 2023, nonostante ci vogliono ancora molti mesi, si avvicina, e sarà l’anno della riscossa per gli italiani. Gli italiani pretenderanno qualcosa di più da una classe politica rimbecillita per due anni come se la vita fosse solo distanziamento, mascherine, vaccini e un lasciapassare per esistere. I più intelligenti capiranno che qualcosa è andato storto e la privazione della libertà a colpi di Dpcm, qualcuno dovrà pure pagarla.
C’è un parlamento andato in frantumi. Una classe dirigenziale politica a pezzi non sarà certo una cavalcata quest’ultimo anno del governo Draghi, poiché davanti hanno lo spettro delle elezioni politiche. Qui inizieranno i problemi veri per la classe politica italiana. Saranno delusi dai propri elettori, quelli che loro ritengono ormai una proprietà privata. Una buona parte di italiani ancora hanno una idea della vita e della organizzazione della società che rispecchia quello che erano in origine i due schieramenti ora in frantumi. Trovare consensi non sarà una passeggiata, gli italiani, a parte l’epidemia, hanno sofferto la fine della politica italiana. Costretti a subirsi governi non scelti da loro.
La vita degli italiani si è fermata a marzo 2020, ma già prima era in sofferenza. È la vita reale degli italiani che la politica disattende: fatta di lavoro, di tasse, di casa in cui si vive, di speranza di migliorare la propria condizione, di possibilità per i propri figli, di potere avere ed allevare quei figli e figlie, del diritto anche alla felicità. Sono queste le urgenze di ciascuno, e lo sono ancora di più dopo questi due anni.
I professionisti della politica rischiano di apparire una casta autoreferenziale. Essa dovrà raccogliere i calcinacci, quelle macerie che loro stessi hanno provocato. Dovranno rimboccarsi le maniche per lavorare come si attendono i cittadini. Trascorrere questi mesi che restano prima di ridare la parola legittimamente al popolo, non sarà facile. Di sicuro saranno abili manovratori nel costruire nuovi contenitori politici e nuova legge elettorale, che come sempre saranno studiate per il bene dei partiti e delle poltrone, ma non certamente per poter dare la possibilità al popolo di votare chi poi deve governarli per cinque anni senza colpi bassi. Cose che stanno a cuore ai signori che abitano il Palazzo. Ma cosa succede fuori di lì non importa a nessuno.