Ven. Dic 1st, 2023

È una guerra persa. L’Italia non ha saputo gestire l’epidemia covid. le responsabilità sono di tutti: politica e cittadini, entrambi si sono mossi in condizioni diverse. I primi hanno dettato delle regole, i secondi non le hanno rispettate, in mezzo c’è la carenza di controlli, che in alcune aree sono stati quasi del tutto assenti.

Sono 13 mesi che lottiamo contro un nemico invisibile che non accenna a rallentare la morsa. Il coronavirus è ancora il protagonista indiscusso della nostra quotidianità, con cifre di contagio che fanno preoccupare. Rispetto allo scorso anno è cambiato poco. Nel mese di marzo del 2020, quando l’epidemia ha raggiunto il massimo picco, paragonandolo al mese di marzo del 2021, i dati che emergono parlano chiaro. I contagi sono tantissimi pure rispetto a marzo scorso, come sono tantissimi i decessi. Insomma, la situazione a partire dal mese di ottobre non è stata gestita come di dovere. A Ottobre, quando abbiamo raggiungo 37mila contagi giornalieri, bisognava chiudere tutto come si era fatto a marzo. L’allora governo Conte pensò alle zone colorate come arma vincente, invece le zone si sono rilevate un fallimento totale. Acqua calda sul fuoco, quando a novembre i contagi sono aumentati a dismisura, il governo non ha pensato di fermare tutto perlomeno per due settimane e consentire che la corsa del virus si fermasse. Poi si è continuato con le zone colorate nonostante era sotto gli occhi di tutti che la situazione non migliorava per niente. Siamo arrivati ad oggi che i contagi sono ancora alti.  

La situazione può dirsi quasi simile anche con riferimento alle terapie intensive: 4.023 i posti occupati al 31 marzo 2020 e 3.710 al 31 marzo 2021. C’è un altro numero che lascia l’amaro in bocca: l’isolamento domiciliare. Infatti rispetto alle 45.420 persone che si sono curate in casa a marzo del 2020, nello stesso periodo del 2021 sono state 528.387 quelle che hanno seguito le terapie nel proprio domicilio. Il dato è però esplicativo di un fatto importante: quest’anno i tamponi processati sono ben al di sopra di quelli dello scorso inverno. L’esame laringo faringeo non viene eseguito solamente a chi manifesta i sintomi del Covid ma anche a persone che, pur non avvertendo malesseri, sono state però a contatto con un positivo. Risultate poi anch’esse affette dal virus, ma in forma asintomatica, sono state sottoposte all’isolamento domiciliare.

Oggi si parla di riaperture quando la situazione non è cambiata per niente, anzi, possiamo asserire che è peggiore di marzo 2020. Finora sono stati colpiti solo alcuni settori, che hanno pagato in toto l’epidemia, mentre per il resto si può dire che si è continuati a lavorare come se il virus non esistesse. Sul serio c’è da farsi un esame di coscienza e ammettere che si è sbagliato tutto.