Lun. Giu 5th, 2023

Tutto nasce dalla direttiva 343 del 2016 dell’Unione europea volta a rafforzare «alcuni aspetti della presunzione di innocenza». Direttiva che l’Italia avrebbe dovuto recepire nel proprio ordinamento entro l’aprile del 2018. All’epoca, però – riporta il Tempo – il governo Gentiloni ritenne di non dover intervenire poiché – si giustificò – la presunzione di innocenza è di fatto già ampiamente garantita dalla nostra legislazione, in particolare dall’articolo 27 della Costituzione, che recita: «L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva».

Quindi dal 14 dicembre addio alle conferenze stampa della polizia giudiziaria in cui vengono comunicati arresti o sequestri. A meno che il procuratore capo non ritenga, con un atto motivato, di autorizzare la trasmissione di notizie ai media ma solo in presenza di «specifiche ragioni di pubblico interesse». È l’effetto più immediato del decreto legislativo 188 del 2021 licenziato dal ministro della Giustizia Marta Cartabia a inizio novembre e in vigore tra 4 giorni, il 14 dicembre. Una norma che ha spaccato il mondo della politica e della magistratura che, nonostante ciò,  non ne ha eliminato gli aspetti più controversi nel sempre difficile equilibrio tra presunzione di innocenza e diritto dell’opinione pubblica a essere informata.