Dal dopoguerra ad oggi il sud è un disastro tutto politico
ROMA- Sono trascorsi 72 anni dalla fine della guerra, e la questione meridionale è sempre viva. In tutti questi anni sono passate intere generazioni politiche, di ogni colore e idee, ma il sud rimane isolato dal resto della nazione.

ROMA- Sono trascorsi 72 anni dalla fine della guerra, e la questione meridionale è sempre viva. In tutti questi anni sono passate intere generazioni politiche, di ogni colore e idee, ma il sud rimane isolato dal resto della nazione. Usato per fini elettorali, il mezzogiorno d’Italia attende ancora risposte.
La gravità e la persistenza della grave situazione sociale nel Mezzogiorno confermano come i politici hanno fallito in toto, colpevoli di non aver fatto nulla. Rimasto ai margini della vita sociale del paese, il sud ha sempre tentato un sussulto proprio, ma alla fine è rimasto sempre fermo. Anche i fondi che sono arrivati per creare sviluppo e occupazione, sono entrati dal portone e usciti velocemente dalla finestra, il tutto sotto gli occhi dei politici. Investimenti dati a imprenditori del nord per creare occupazione al sud, che alla fine hanno creato fantasmi e mai hanno creato quello che dovevano. I soldi, inevitabilmente sono ritornati al nord. Quindi anche gli investimenti pubblici, in tutti questi anni, sono falliti. Chi doveva vigilare non l’ha fatto. Bisogna porre un argine ai divari di povertà e disuguaglianze, configurando un nuovo patto per lo sviluppo produttivo del meridione, in cui le imprese del Sud possano essere le vere protagoniste sia del sud sia per il bene del paese.
Un’Italia a due velocità come è stata finora non conviene a nessuno. Se il paese è uno, tale deve essere. Purtroppo dalla fine del conflitto mondiale l’Italia non è mai stata unita. Ci sono state sempre due territori divisi tra di loro nella stessa patria. Da un lato abbiamo avuto uno sviluppo industriale concentrato solamente nella parte alta della nazione, mentre nella parte bassa si è creata una delle più grandi aziende: le mafie. Tutto ciò sotto gli occhi dei politici italiani, che guardavano, ma non reagivano.