Categories: Cronaca

Decidiamo il nostro futuro o siamo finiti

ROMA- Stiamo assistendo lentamente alla nostra agonia senza muovere un dito. Dalle classi dirigenti arrivano segnali di ripresa economica, ma nei fatti, in quello che è il portafoglio degli italiani, la cosa è ben diversa. Siamo stati sfortunati ad avere classi dirigenti che dal 1970 hanno logorato una nazione intera. Il trapasso più doloroso si è avuto dalla lira all’euro, da quel momento, i nostri politicanti, hanno decretato, coscientemente, la fine della patria Italia.
In tutti questi anni non abbiamo fatto altro che sentir parlare di Europa, immigrazione, debito pubblico, spread, ma non abbiamo mai sentito parlare di lavoro. Ci hanno circoscritto con argomenti che nulla avevano a che fare con la ripresa economica di cui ha bisogno il nostro paese. Abbiamo perso anni e anni a rincorrere cose futili e inutili per noi che attendiamo la speranza giusta che ci guidi verso un futuro nuovo.
Abbiamo assistito, per colpa di forze politiche alquanto inutili, alla distruzione dei valori fondanti della nostra nazione. Abbiamo assistito alla demolizione dei valori della famiglia come pilastro necessario per dare valore alla vita. Ci siamo persi dietro ad una modernità che ha annientato il contatto umano, rendendo la persona inutile e priva di confronto diretto.
Ci hanno tolto la dignità unica che deriva dal lavoro. Abbiamo assistito alla demolizione del nord produttivo. Ci hanno introdotto nel sistema della globalizzazione che ci ha tolto il nostro made in italy. Abbiamo perso il lavoro, anche quello povero e senza garanzie, ma che permetteva di lavorare. Abbiamo assistito a un meccanismo ipocrita che ha fatto del lavoro una macchina mercenaria a favore di lobby e poteri forti, che alla fine l’hanno reso un sistema schiavizzato che non permette di programmare il futuro.
Abbiamo assistito alla demolizione del patrimonio privato degli italiani, con attacchi mirati alla casa. Come abbiamo assistito, inermi, a pignoramenti che hanno costretto tante aziende a chiudere battenti, e tante famiglie finire sul lastrico, ma solo perché non erano in grado di pagare quel 70% di tasse chieste e richieste dal sistema di potere politico.
Insomma, abbiamo assistito senza reagire a tutti i torti consumati in questi ultimi venti anni, come se quello che stesse accadendo fosse normale. No, ci hanno distrutto con leggi inique e inefficaci per la nostra vita. Si sono fossilizzati a salvare le banche che hanno usato i soldi dei risparmiatori giocandoseli nella bisca della finanza mondiale. Un sistema di logoramento che ci ha portato alla povertà.
Il futuro che abbiamo davanti non si presenta roseo né per noi né per le future generazioni. Il futuro siamo noi, se non siamo in grado più di difenderlo, la colpa di quello che succederà dopo, è solo nostra. Quello che è già successo è frutto del nostro silenzio, ma difendere quello che si può ancora difendere, democraticamente, lo si deve alle future generazioni. Quello che ci viene dato quando veniamo al mondo, ci consegnato per custodirlo affinché chi viene dopo di noi trovi tutto perfetto. Noi, invece, stiamo consentendo ad altri di struggere il nostro presente e il futuro degli altri. Se non fermiamo questa emorragia siamo finiti, e solo un’attenta analisi quando siamo chiamati a votare, decreta la fine dell’emorragia.

Redazione

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